Questo articolo è stato scritto a quattro mani da me e dal mio collaboratore, che mi ha dato un prezioso supporto.
Animali fantastici: I segreti di Silente (2022) è il terzo capitolo del franchise Animali fantastici, spin-off e prequel della saga di Harry Potter. La pellicola è diretta da David Yates, che si occupò della regia della saga principale a partire da Harry Potter e l’ordine della fenice, ed è stata scritta da J.K. Rowling, autrice della saga, e da Steve Kloves, che ha partecipato alla scrittura di tutti i film del franchise.
Il film arriva dopo quattro anni dal secondo capitolo, Animali Fantastici – I crimini di Grindelwald (2018), per via dello scarso successo economico e del riscontro del pubblico: 654 milioni di incasso contro un budget di 200 milioni. Non un disastro, ma comunque l’incasso più basso dell’intera produzione di Harry Potter.
Quindi questa era l’ultima chance per la saga, destinata altrimenti a chiudersi con questo film. Animali fantastici: I segreti di Silente è davvero l’ultimo chiodo della bara di Animali Fantastici?
Di cosa parla Animali fantastici – I segreti di Silente
Ambientato un anno dopo lo scorso capitolo, Animali fantastici: I segreti di Silente racconta del tentativo disperato di Silente, interpretato da Jude Law, di contrastare l’ascesa del mago oscuro Grindewald, ora interpretato da Mads Mikkelsen, che vuole scatenare una guerra contro i babbani per ristabilire il potere dei maghi, in particolare dei maghi purosangue. Per questo metterà insieme una squadra composta fra gli altri da Newt Scamander, interpretato da Eddie Redmayne, magizoologo autore del libro che dà il nome al franchise, Animali fantastici e dove trovarli.
Vi lascio il trailer per farvi un’idea.
Una produzione travagliata
Come nella migliore saga maledetta, la produzione di questo film è stata incredibilmente travagliata. E stranamente il covid non è stato neanche il problema più importante: lo scandalo maggiore ha coinvolto Johnny Depp, che ha interpretato Gellert Grindelwald fino al secondo film. L’attore infatti, dopo essere stato coinvolto in un ancora non chiarito caso di violenza domestica con la moglie, ha fatto causa alla rivista britannica Sun, che l’aveva chiamato wife-beater (lett. picchiatore di moglie), perdendo. Per questo, la Warner Bros ha licenziato l’attore, per paura di paura di farsi cattiva pubblicità.
La parte di Grindelwald è stata quindi assegnata Mads Mikkelsen, attore noto al grande pubblico soprattutto per la serie Hannibal, ma che ha anche recitato nel recente ed acclamato Un altro giro (2020).
E non è finita qui.
Questo film non s’ha da fare
Oltre al caso sopra, le riprese sono state ovviamente bloccata dalle pandemia, anche se il film era già stato fin da prima rimandato di un anno, proprio per lavorarci maggiormente dopo l’insuccesso del secondo capitolo. Sia l’attrice Tina, Katherine Waterston, sia l’attrice di Nagini nel secondo film, Claudia Kim, non hanno partecipato al film o vi hanno partecipato pochissimo. L’una per una grave forma di Covid, durata diversi mesi, l’altra per uno stato di gravidanza avanzato.
Oltre a questo, Ezra Miller, che nel film interpreta Aurelius Silente, è stato recentemente arrestato per aggressione, e ha ricevuto un ordine restrittivo nei confronti della coppia che lo ospitava in quel periodo. Questo non ha influito sulla produzione del film, ma potrebbe farlo in futuro.
Dov’è la magia?
L’errore più grande di questa saga in generale, e in questo caso è particolarmente evidente, è stato far ritornare David Yates alla regia. Questo regista ha la capacità di spegnere ogni possibile magia, rendendo tutto inutilmente dark (anche nel senso letterale del termine) e, soprattutto, vestendo tutti i personaggi non solo come babbani, ma in maniera assolutamente poco originale.
Il caso più ridicolo è ovviamente Grindelwald, che a me non ha trasmesso assolutamente nulla: nonostante l’indubbia abilità dell’attore, il suo personaggio non è per nulla credibile. E per fare un cattivo credibile almeno per l’aspetto non ci vuole tanto: bastava semplicemente vestirlo da mago. Oppure mantenere l’estetica di Johnny Depp nel secondo film.
Oltre a questo, fateci caso: i personaggi del film non usano le bacchette come bacchette magiche, ma come pistole. Le puntano alle spalle per minacciare, non le usano praticamente mai per fare qualcosa di veramente magico e sono presenti anche sequenze a rallenty, in cui le magie lanciate sembrano dei proiettili,
Di fatto, Animali fantastici: I segreti di Silente sembra più un gangster movie che un film di Harry Potter.
Qualcosa di buono
In Animali fantastici: I segreti di Silente qualcosa di buono c’è: anzitutto, non è un film (almeno per me) noioso. Nonostante mi sentissi costantemente confusa, non mi sono mai annoiata. Talvolta le creature magiche tornano anche protagoniste della scena, anche se riciclando qualche gag già stantia.
Newt Scamander è obbiettivamente l’unico personaggio veramente credibile del film, che riesce a mantenersi coerente fin dal primo capitolo e ci regala anche qualche sorriso durante un film invece nel complesso abbastanza pesante.
Da qui farò spoiler.
Una sceneggiatura segreta
Come anticipato, la pellicola è stata realizzata da nomi importanti per il mondo di Harry Potter, che dovrebbero conoscere la saga come le loro tasche. Invece, oltre a fare degli errori palesi (come spiegherò più avanti), hanno ideato una trama che è un vero colabrodo.
All’inizio del film viene rivelato che Grindelwald è in grado di prevedere il futuro. Quindi, per confonderlo e impedirgli di scoprire quello che realmente stanno progettando, Silente affida ad ogni personaggio una missione differente, ma nessuno di loro è al corrente di quale sia il vero piano.
Ne risulta un susseguirsi di eventi completamente slegati fra loro e senza un particolare senso logico. Purtroppo, coerentemente con il titolo del film, sembra che Silente faccia del suo meglio per confondere non solo Grindelwald, ma anche lo spettatore: anche dopo aver finito il film, non risulta chiaro quale fosse il piano.
È come se gli sceneggiatori si fossero trovati davanti due strade: scrivere una trama coerente (cosa che richiede un certo livello di impegno e abilità), oppure fregarsene e scrivere una storia incoerente e giustificarla con un espediente narrativo. E hanno scelto la seconda.
I personaggi insulsi
Oltre a Grindelwald, su cui mi sono già espressa, praticamente tutti i personaggi sembrano in
cerca di una direzione. Nel film Silente attua uno stratagemma per ingannare Grindelwald, creando cinque valigie uguali e consegnandone una a ciascuno dei protagonisti, ma solo una di queste contiene il prezioso qilin. Questa scena potrebbe costituire un’efficace rappresentazione della produzione del film: pare quasi che siano state scritte cinque sceneggiature diverse che sono state poi chiuse in buste tutte uguali e distribuite a caso agli attori, senza che nessuno sapesse quale fosse quella vera.
Partiamo dalla professoressa Eulalie Hicks, il cui impiego secondario è probabilmente la sceneggiatrice di Netflix; ha il ruolo di fornire a Jacob il riassunto delle puntate precedenti, e successivamente quello di essere una presenza sostanzialmente inutile e fastidiosa. Inoltre, l’unica cosa che poteva essere interessante, ovvero il fatto che fosse una professoressa di una scuola del Sud America, non è minimamente esplorato, né menzionato esplicitamente.
L‘unico compito di Jacob è quello di rimettersi con Queenie. Non ci sarebbe altro da aggiungere, se non fosse che la loro relazione è davvero superficiale, oltre che esageratamente melensa. Queenie non sembra in principio convinta della sua scelta, poi sente obbligata, Jacob continua a inseguirla per parlarle, e alla fine si sposano. Nel complesso, noioso e poco interessante.
Per non parlare dell’indimenticabile personaggio di Yusuf, fratello dell’ancora più indimenticabile (nonché defunta) Leta Lestrange, il cui arco narrativo risulta, se possibile, ancora meno avvincente. Finge di allearsi con Grindelwald, ed ovviamente alla fine si scopre che era sempre stato dalla parte del bene. Personaggio che è apparso per pochissimo, ha detto due battute, e non ha avuto quasi alcuna influenza sugli eventi: perché dovremmo restare col fiato sospeso per la sua scelta?
Albus Silente?
Per quanto Jude Law possa essere un bravo attore, a me il suo Silente non convince per nulla. Questo è più una questione soggettiva che una critica oggettiva al film: sarà anche il fatto che non è vestito per nulla da mago, sarà che non vedo in lui la figura saggia ed enigmatica che dovrebbe diventare di lì a non molti anni, ma quando vedo Jude Law non riesco mai a pensare a Silente.
E, essendo uno dei personaggi più importanti non solo della saga, ma anche di questa storia, è veramente un dispiacere.
Il problema di Aurelius Silente
Una delle problematiche principali, che era sorta fin dal secondo capitolo, era la vera identità di Credence Barebone, alias Aurelius Silente. Si è discusso per anni della possibilità che fosse una frottola di Grindelwald, che ci potessero essere diverse spiegazioni, alcune anche piuttosto articolate come l’ipotesi che l’Obscuriale che lo possedeva fosse in realtà quello di Ariana Silente.
Tuttavia, alla fine, hanno optato per quella che sembra una pezza. Io non so se fosse che avevano in mente tutt’altri piani, forse troppo complicati, come traspariva effettivamente dal secondo film. Sta di fatto che la storiella di Aberforth è poco credibile e buttata lì.
Non ci viene detto nulla sulla madre, su come Aurelius sia effettivamente diventato orfano, nulla. Rimane una questione poco chiara e mal spiegata. Oltre al fatto che appare stranissimo che una questione così importante non sia mai stata citata prima nella saga principale. Ma tant’è.
Il voto infrangibile
Lasciando da parte le ovvie battute sul fatto che se il voto si chiama infrangibile dovrebbe essere tale, personalmente non mi è piaciuta la gestione di questo tema. Di fatto quello che propone il film non è logicamente sbagliato, ma l’ho trovato comunque poco chiaro. Non si capisce bene se il voto si infrange perché i due contendenti avevano intenzioni diverse (uno di protezione, l’altro di attacco), e quindi si ritornerebbe all’abusatissimo tema dell’amore protettivo, oppure se entrambi non volessero più far parte di questo patto e per questo si sia infranto.
L’ultima opzione, che sarebbe quella migliore, non avrebbe comunque senso perché il voto infrangibile dovrebbe proprio fungere da protezione in caso le parti volessero scioglierlo, ma in realtà mancano abbastanza informazioni in merito per avere una risposta chiara.
Una progetto fallimentare in partenza
Possiamo dire, senza troppo timore di essere smentiti, che Animali Fantastici era probabilmente un progetto fallito in partenza. Il primo film, nonostante non fosse piaciuto a tutti, era a mio parere gradevole: si percepiva la magia e, giustamente, il focus principale erano appunto gli animali fantastici, e solo secondariamente la trama politica.
Dal secondo film il focus principale è la storia di Grindewald e Silente, andando in parte a snaturare il progetto stesso. Si sarebbero potuti fare dei bei film su Newt che cercava animali fantastici, magari insieme a Jacob, e veniva occasionalmente richiamato per aiutare Silente. E chissà se avrebbero avuto successo.
Il citazionismo disperato
Altro problema del progetto, che si vede già dal secondo film, è la mancanza di esplorazione ulteriore del mondo magico. Nel primo quantomeno veniva approfondita la realtà magica americana, diversa da quella britannica anche solo per i nomi. Dal secondo capitolo in poi, questa idea si perde totalmente: a parte alcuni dettagli che ci fanno capire di essere prima a Parigi, poi a Berlino, l’ambientazione non ha alcun valore.
Sembrava che si sarebbe dovuto esplorare di più il mondo magico anche delle altre scuole di magia, solo accennate nella saga, e invece si è preferito il citazionismo esasperato. Oltre alla breve sequenza ad Hogwarts, in cui rivediamo tutti gli elementi iconici della saga, fra cui il boccino d’oro, il Quidditch e la Stanza delle Necessità, il film è pieno di citazioni veramente ingenue. La più terribile a mio parere è quella nel dialogo fra Aberforth e Aurelius, in cui Aberforth dice Sempre, una delle battute più iconiche e abusate dell’intera saga.
Dimentichiamoci di Harry Potter
In ultimo, nonostante le persone coinvolte nella scrittura, chi ha prodotto Animali fantastici: I segreti di Silente sembra non avere ben chiaro quello di cui sta scrivendo. Ed è veramente paradossale. Fra le varie cose, mi ha fatto veramente ridere vedere che all’inizio, quando la professoressa Eulalie Hicks si smaterializza insieme a Jacob, prima dicono che stanno usando una passaporta, poi i due appaiono a distanza di qualche minuto, l’uno smaterializzato, l’altra che sembra apparire dal fuoco magico del camino, ovvero tramite la Metropolvere (quella che si vede in Harry Potter e la camera dei segreti per capirci).
Tutto questo ignorando sempre il fatto che i maghi facciano spesso magie senza paura di farsi vedere dai babbani, questione che è sempre stata importante per la saga.
Insomma, Animali fantastici: dove trovarli? Nei titoli di coda.