Anora (2024) di Sean Beaker è un film drammatico con protagonista Mikey Madison.
A fronte di un budget piccolissimo – appena 6 milioni di dollari – è stato nel complesso un ottimo successo commerciale: 36 milioni in tutto il mondo.
(in nero le vittorie)
Miglior film
Migliore regista
Miglior attrice protagonista per Mickey Madison
Migliore attore non protagonista per Jurij Borisov
Migliore sceneggiatura originale
Miglior montaggio
Di cosa parla Anora?
Anora è una spogliarellista che sembra aver trovato la sua gallina dalle uova d’oro: un giovanissimo ereditiere russo che sembra innamorato perso di lei…?
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di vedere Anora?

Assolutamente sì.
Anora è uno di quei film che sembrano percorrere strade già ampiamente battute, ma che invece riesce ad ogni passo a sorprenderti con un rapporto molto più crudo e reale di quello che potrebbe sembrare ad una prima occhiata.
Infatti la pellicola è definita da una trama più superficiale, in cui la protagonista è una ragazza senza alcun tipo di vergogna e di remora nello sfruttare le situazioni a suo vantaggio, e una trama più sotterranea e toccante tutta da scoprire.

Sorriso

Anora affronta la sua vita con il sorriso.
La prima inquadratura ci trasporta in un panorama umano piuttosto desolante, in cui ragazze giovanissime diventano prede di un gruppo di uomini allupati, che per un semplice balletto erotico le riempiono di centoni come se nulla fosse.
Ma già da questo frangente emergono le prime crepe.

Nonostante la protagonista sfoggi sempre un sorriso smagliante, già dalla sua intensa ricerca del prossimo cliente emerge come il suo non sia un lavoro di piacere, ma di sopravvivenza, dove le sue entrate dipendono da quanto riesce a raccogliere ogni sera.
E, per comprendere la relazione con Vanja, è importante considerare anche un altro elemento.
Potere

Non sono i clienti ad avere potere su Ani, ma il contrario…
…o almeno è quello che lei vorrebbe far credere a se stessa.
Appare evidente fin dal primo incontro con il suo futuro marito che Ani giochi molto con le aspettative dei clienti e con il loro gusto per il proibito, proprio per come racconta furbescamente il suo strusciarsi sul loro pacco come una cosa speciale e vietata che fa solo per Vanja.

E tutte le interazioni successive fra i due mostrano come la protagonista illuda se stessa di avere il totale controllo della situazione, in cui lascia che sia il ragazzo a far di lei quello che vuole, mentre lei ridacchia sommessamente per quanto lo trova ridicolo.
E la situazione si complica solo apparentemente nella settimana di esclusiva, in cui Ani diventa la fidanzata trofeo del giovane miliardario, che però non si limita alle prestazioni sessuali, ma ad un intenso periodo di frequentazione in compagnia dei suoi amici.
Ma è il matrimonio che rovina tutto.
Sogno

Dall’esterno, Ani vuol far credere a tutti di essere semplicemente felice di aver trovato un riccone da spennare a suo piacimento…
…ma i suoi comportamenti raccontano altro.
La protagonista cerca di rimodellare la loro relazione così che non sia più un rapporto di clientela, ma di sincero affetto che Ani è convinta che il ragazzo provi nei suoi confronti, partendo proprio dalla sfera erotica.
Infatti fino a questo momento Vanja, anche senza malizia, si era avventato su di lei quasi come se volesse esibirsi, probabilmente ubriaco di un immaginario pornografico del tutto fuorviante…

…e infine Ani cerca di educarlo perché entrambi si godano veramente l’atto sessuale.
In linea generale, per lungo tempo la protagonista continua a trattare il suo compagno come un bambino che deve essere guidato, forte anche del fatto che Vanja non abbia mai comportamenti predominanti nei suoi confronti, e che il suo innamoramento sembra sincero.
Sembra…
Prova

Anora ha una visione univoca del mondo.
Abituata a farsi sfruttare da ogni uomo della sua vita – con l’apparente eccezione di Vanja – è drammaticamente comprensibile la sua reazione all’arrivo dei sicari della famiglia Zacharov, nonostante gli stessi siano tutto sommato innocui.
In questo frangente il film mostra nuovamente le sue carte nel riportare il racconto sul piano del reale, spogliando i personaggi di ogni tipo di minaccia e di crudeltà a cui il cinema statunitense ci ha ampiamente abituato, dando alla scena tutto un altro sapore.

Oltre alla sua genuina paura, Anora reagisce in maniera così isterica perché il terzetto – e, soprattutto, Toros – diventa portatore di una verità inaccettabile: per Vanja la protagonista non è altro che l’ennesima avventura che può permettersi di intraprendere senza alcuna conseguenza.
Ma Ani lotta fino all’ultimo per smentire questa realtà sempre più pressante.
Cancellare

Ani non si vuole arrendere.
Durante il rocambolesco inseguimento di Vanja, la protagonista si spegne progressivamente, perdendo sempre di più la sua apparenza brillante e desiderabile, con un aspetto che riflette la sua graduale angoscia.
Infatti praticamente fino all’ultimo Ani si batte per dimostrare che Vanja non l’abbia abbandonata, che il suo amore, le sue promesse erano sincere, e che lei non è solamente una parentesi vergognosa nella storia della famiglia del marito.

Un tentativo così disperato che si scontra costantemente anche con le prove più evidenti dei veri sentimenti di Vanja, totalmente passivo alla situazione e, soprattutto, alla sua famiglia, che entra prepotentemente in scena con lo specifico obbiettivo di cancellare Anora.
E allora è il momento di riscrivere la storia.
Riscrivere

Ani deve di riscrivere la storia a suo favore.
Davanti alla ormai innegabile realtà della vera natura di Vanja, la protagonista ribalta la situazione e la risputa in faccia alla madre, chiosando come suo figlio sia solamente una fighettina incapace di affrontare la situazione senza farsi proteggere dalla sua famiglia.

Una riscrittura che passa anche per le ultime battute del film, quando Ani ha uno scambio piuttosto emblematico con Igor, che la protagonista vorrebbe riscrivere come uno stupratore che si sarebbe approfittato di lei alla prima occasione.
Al contrario, il silenzioso mercenario è l’unico che sembra veramente aver compreso Ani, l’unico che è stato capace di guardare oltre alla facciata che la ragazza ha messo in piedi, e l’unico che vorrebbe avere un rapporto genuino con lei, senza secondi fini.

Per questo, quando le regala l’anello, Ani sente di dover ricambiare il gesto con l’unica arma nel suo arsenale – il sesso – ma rimane raggelata quando l’uomo cerca di baciarla, e quindi di rendere più personale e affettuoso il loro incontro…
…finendo per scoppiare in lacrime davanti alla consapevolezza di essere stata per tutta la sua vita – e ancora una volta – unicamente usata per il proprio corpo.