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John Wick 4 – Una scommessa vinta

John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski è il quarto e (forse) ultimo capitolo della saga omonima con protagonista Keanu Reeves.

Un film molto ambizioso con un budget piuttosto importante – 100 milioni di dollari – e che ha aperto benissimo nel primo weekend: 137 milioni in tutto il mondo!

Di cosa parla John Wick 4?

John Wick è pronto per la sua vendetta contro la Gran Tavola, ma un nuovo nemico si staglia all’orizzonte…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere John Wick 4?

Keanu Reeves in una scena di John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski

In generale, sì.

Nonostante abbia molto apprezzato questo quarto capitolo, ci sono indubbiamente alcune barriere all’ingresso: anzitutto, è quanto mai importante aver visto gli altri film della saga, così da avere un’infarinatura generale della storia – e abbiamo visto recentemente come non sia così scontato.

Inoltre, alcuni potrebbero non apprezzare le coreografie dei combattimenti, quantomai rocambolesche e creative, quasi fino all’accesso, nonostante io ne abbia assolutamente apprezzato la grande originalità.

Insomma, non il solito film action.

La pochezza del marchese

Bill Skarsgård in una scena di John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski

A primo impatto il Marchese sembra un villain piuttosto tipico e di scarso interesse, nonostante la buona prova attoriale di Bill Skarsgård.

Invece il film riesce a far spiccare i personaggi positivi per la loro moralità ferrea, e a condannare invece totalmente – pur in maniera molto sottile – l’antagonista.

Il marchese infatti non è solamente cattivo e spietato, ma è proprio un inetto ed un codardo, incapace di affrontare direttamente le sfide, preferendo prendere scorciatoie, sentendosi così invincibile nella sua posizione di potere.

Ma la sua arroganza alla fine gli si rivolta contro…

L’unione fa la forza

Shamier Anderson in una scena di John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski

Non era facile riuscire a gestire in maniera efficace i personaggi secondari e apparenti antagonisti del protagonista.

Ma John Wick 4 ci è riuscito ottimamente.

Anzitutto Mr. Nobody sceglie di non andare più contro Wick, ma anzi di aiutarlo nella sua impresa, perché lo stesso dimostra di avere una morale che va molto oltre la pura vendetta.

E l’aver salvato il cane non solo è un bellissimo collegamento al primo capitolo, ma riesce soprattutto a legare indissolubilmente lo spietato cacciatore di taglie con il protagonista, in maniera molto convincente e credibile.

Donnie Yen in una scena di John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski

Ancora migliore è la gestione di Caine.

Il killer cieco e John Wick sono legati sia da un rapporto di amicizia, sia da un simile passato tormentato. E, soprattutto, sono uniti dal senso dell’onore e del rispetto dei patti. Infatti, Caine avrebbe potuto uccidere facilmente il protagonista quando era in evidente difficoltà anche solo ad arrivare al luogo del duello.

E invece ha deciso di non scendere al livello del marchese – nonostante avrebbe così ottenuto la sua ricompensa in maniera più veloce e meno rischiosa – ma di essere invece un concorrente corretto.

I rocamboleschi combattimenti

Keanu Reeves in una scena di John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski

La gestione dei combattimenti potrebbe essere un elemento estremamente divisivo.

Io personalmente ho adorato tutte le coreografie incredibilmente rocambolesche e la loro pazzesca creatività, che è stato sempre uno degli elementi che ho apprezzato della saga e che qui ho ritrovato nella sua forma migliore.

E ancora una volta si combatte con tutto, e ovunque: martelli, spade, pistole, fucili e persino carte da gioco. E con un livello ancora più interessante nel creare uno stile di combattimento assolutamente credibile per un killer cieco.

Nota di merito anche alla scelta del duello finale: lento e imponente, del tutto diverso dal taglio caotico e meno strettamente cadenzato di tutti i combattimenti precedenti, impreziosendo la sequenza finale di un importante pathos e di una intrigante tensione.

La giusta ironia

Un elemento che personalmente mal sopporto dei film action è che spesso si sceglie un tono incredibilmente serioso, con prodotti che si prendono fin troppo sul serio, risultando di spesso ridicoli e persino noiosi – sì, sto parlando proprio di The Gray Man (2022).

Invece in John Wick 4, nonostante la monumentalità della pellicola e della storia raccontata, non manca lo spazio per battute piuttosto gustose.

Ho particolarmente apprezzato la scelta di alzare il livello di assurdità delle scene di combattimento fino a renderle quasi comiche, e, soprattutto, la splendida autoironia di Caine.

Una battuta su tutte:

Vediamo le carte.

Piccole e buone didascalie

Keanu Reeves in una scena di John Wick 4 (2023) di Chad Stahelski

La costruzione della trama è pulita e abbastanza lineare: il protagonista deve arrivare a sconfiggere il boss finale – la Gran Tavola – e deve trovare anche un modo per conquistare la sua libertà.

E si sceglie un modo credibile e perfettamente coerente con la saga stessa. Al contempo, inserendo un’ottima parte centrale scaturita da una quest secondaria praticamente fondamentale per mantenere solidità della trama.

A fronte di una struttura narrativa ben congegnata, la pellicola riesce con grande abilità a fornire allo spettatore tutte le informazioni di lore di cui ha bisogno, senza risultare per questo pedante.

In particolare, la scelta più ingegnosa è stato il quaderno di appunti di Mr. Nobody, con cui identifica alcuni simboli propri della mitologia del film, e così li spiega anche allo spettatore.

John Wick 5 si farà?

Con grande dispiacere, il regista ha dichiarato che per ora la storia di John Wick è finita.

Effettivamente l’avventura di Keanu Reeves sembra conclusa e il protagonista sembra arrivato ad una sua naturale conclusione – per una saga, ricordiamolo, che non era pensata per essere tale.

Nonostante ciò, è in programma uno spin-off con protagonista Ana de Armas, in uscita nel prossimo futuro col titolo di Ballerina.