Star Wars – Episodio V: L’impero colpisce ancora (1980) è il secondo capitolo di una delle saghe più popolari e redditizie della storia del cinema.
Una pellicola aveva l’arduo compito di confermare l’enorme (e inaspettato) successo del primo film, la cui storia era conclusa, ma in realtà c’era ancora moltissimo da raccontare.
Ci è riuscito?
Già l’ottimo incasso di 538 milioni di dollari, a fronte di un budget di 18 milioni ce ne può dare un’idea…
Di cosa parla Star Wars: L’impero colpisce ancora
Nonostante la distruzione della Morte Nera, dopo tre anni l’Impero ancora furoreggia e dà la caccia ai membri della Ribellione. Troviamo i nostri protagonisti in una base segreta sul pianeta ghiacciato di Hoth, braccati dalle forze imperiali…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea.
Vale la pena di vedere Star Wars: L’impero colpisce ancora?
Assolutamente sì.
Soprattutto se avete visto Star Wars: Una nuova speranza, il continuo della saga è assolutamente irrinunciabile: si conferma un ottimo prodotto di intrattenimento, che è riuscito perfettamente a utilizzare gli elementi del primo capitolo e ad introdurne altri in maniera perfettamente coerente.
Quindi, se vi è piaciuto il primo film, dovete assolutamente continuare. Se invece non avete mai approcciato Star Wars, cosa ci fate qui? Ho già scritto un articolo perfetto per voi!
La conferma
Star Wars: L’impero colpisce ancora, come anticipato, è stato capace di confermare in maniera ottimale le dinamiche del primo capitolo. In particolare, l’incipit è ben pensato: rivediamo immediatamente i personaggi principali e veniamo reintrodotti nelle loro dinamiche relazionali.
Luke si dimostra ancora l’eroe della storia con la sua piccola avventura, da cui riesce parzialmente a salvarsi, per poi essere soccorso da Han, che sfida il clima avverso per andare a cercarlo, riconfermando così il loro rapporto di amicizia.
Al contempo Leila viene ancora (e per fortuna) raccontata come uno dei leader della Ribellione. Non manca anche il continuo della sottotrama amorosa e burrascosa fra lei e Han.
A differenza del primo capitolo seguiamo tre linee narrative, che alla fine si intersecano: l’avventura di Han, Leila e Chewbecca, l’addestramento di Luke e i piani di Darth Vader, che diventa molto più presente sulla scena.
Un film quindi molto più ricco e con una trama più articolata, con anche l’introduzione di nuovi elementi, divenuti immediatamente iconici.
Un cattivo stereotipato?
Come detto, Darth Vader diventa un personaggio molto più centrale nella vicenda. Infatti, a differenza del primo capitolo, è l’unica persona al comando delle decisioni militari, mentre nel primo era affiancato da un villain secondario.
Sicuramente come personaggio presenta degli elementi che lo rendono abbastanza macchiettistico: la recitazione corporea, soprattutto nelle scene con Luke, è a tratti veramente stereotipata. Allo stesso modo è assolutamente e tremendamente spietato, senza che questo aspetto venga più di tanto approfondito.
Tuttavia, vediamo qualche sprazzo di maggiore interesse: vengono gettate le basi per raccontare la sua storia, poi effettivamente narrata nella trilogia prequel, e si approfondisce maggiormente la questione del Lato Oscuro della Forza. Inoltre, per la prima volta sbirciamo sotto al suo casco e scopriamo un personaggio misterioso e solitario, nonché estremamente intrigante.
Nel complesso un cattivo abbastanza tipico, ma che appare più tridimensionale rispetto al primo capitolo.
La storia di Luke
L’addestramento di Luke è una delle parti più iconiche dell’intera saga, che si è poi tentato maldestramente di replicare nella trilogia sequel, e che è stata citata in infiniti prodotti successivi, fra cui ovviamente Kung fu Panda (2008).
Yoda appare inizialmente come un vecchietto esuberante e bizzarro, ai limiti del grottesco. Tuttavia, man mano prosegue il film, il personaggio si avvicina sempre di più alla figura del saggio maestro, guida del protagonista.
La parte dell’addestramento è gestita molto bene, soprattutto perché getta un’ombra su Luke, così impaziente di mettersi in gioco per usare la Forza, esponendosi facilmente al Lato Oscuro come suo padre prima di lui.
Io sono tuo padre
In particolare, splendida la scena, quasi onirica e davvero inquietante, in cui Luke deve affrontare i suoi demoni e vede se stesso dentro al casco distrutto di Vader: uno splendido foreshadowing della rivelazione principale della pellicola.
La rivelazione sulla parentela fra Darth Vader e Luke è sicuramente uno dei più famosi colpi di scena della storia del cinema, nonché uno dei peggio citati: Vader non dice Luke, io sono tuo padre, ma No, io sono tuo padre.
In generale una scelta decisamente indovinata per legare ancora più strettamente l’eroe ed il suo antagonista, con un’ulteriore svolta di trama nel prossimo film (che non vi spoilero). In questo modo si è evitato di ridurre Vader ad un villain anonimo e semplicemente cattivo, senza altro da raccontare.
Leila e il rapporto con Han
Il personaggio di Leila, per quanto mi fosse piaciuto nel primo capitolo, in questo caso mi è parso che abbia fatto un passo indietro. Infatti, nonostante la recitazione di Carrie Fisher sia complessivamente migliorata, la sua storia è maggiormente legata al rapporto con Han piuttosto che alle vicende chiave della pellicola.
In generale rimane sempre un personaggio relegato alle retrovie della narrazione nei momenti principali e che appunto partecipa molto di meno alle scene d’azione rispetto al primo capitolo. Oltre a questo, il suo rapporto con Han, per quanto fosse stato ben introdotto, non viene a mio parere sviluppato al meglio.
Il rapporto fra i due viene raccontato all’inizio in maniera giocosa, con Han che la provoca costantemente. Tuttavia, quasi da un momento all’altro, i due si baciano. E da lì il loro rapporto diventa ben più serio e maturo, con anche la dichiarazione d’amore finale, la quale mi è parsa non adeguatamente preparata.
Nel complesso il loro rapporto non mi dispiace del tutto, ma avrei preferito per l’appunto che fosse costruito decisamente meglio. Considerando anche che il comportamento di Han muta da un momento all’altro nella pellicola, rendendolo come detto più serio e maturo nel suo rapporto con Leila, ma senza che ci sia stata una crescita effettiva del suo personaggio.
Un finale aperto
Una cosa che sinceramente non mi ricordavo per nulla di questa pellicola è quanto fosse aperto il finale e quante cose fossero rimandate al film successivo.
Un’ottima scelta all’interno del secondo capitolo di una trilogia, che permette di dare un senso di continuità fra le due pellicole, evitando al contempo un finale raffazzonato e troppo improvviso.
Vediamo se la prossima pellicola confermerà questo andamento positivo.
May the force be with you!