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She’s all that – La vendetta…dovuta?

She’s all that (1999) di Robert Iscove, noto anche come Kiss me, è un classico del genere teen movie Anni Novanta.

A fronte di un budget piccolino – 10 milioni di dollari – è stato un enorme successo commerciale: 103 milioni di dollari in tutto il mondo.

Di cosa parla She’s all that?

Zach e Laney sembrano due adolescenti totalmente agli antipodi: il ragazzo più popolare della scuola e la sfigata che vive rinchiusa nella classe d’arte. Eppure qualcosa li permetterà di ritrovarsi…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere She’s all that?

Rachael Leigh Cook e Freddie Prinze Jr. in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

In generale, sì.

Ammetto che mi aspettavo decisamente peggio da questo classico della commedia adolescenziale, che in effetti è in tutto e per tutto uno spaccato degli Anni Novanta, con al centro un topos narrativo che ha fatto veramente scuola nel genere…

…ma che nondimeno risulta per nulla banale nella sua esecuzione, anzi riesce meglio nel suo lato più riflessivo, pur risultando un po’ debole negli snodi narrativi fondamentali e nel racconto di alcuni personaggi chiave.

Ma, nel complesso, vale una visione.

Scommessa

Jodi Lyn O'Keefe e Freddie Prinze Jr. in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Tutto nacque con una scommessa…

Fin da subito She’s all that mostra il suo lato più ingenuamente crudele: il protagonista maschile, Zach, viene scaricato da Taylor, riducendolo a mero accessorio della sua vita ormai passato di moda, utile solamente per avere un compagno per il ballo scolastico.

E la scelta così superficiale delle relazioni si manifesta in senso più ampio nella considerazione che fin da subito Zach dimostra verso genere femminile, basato unicamente sul mero lato estetico, che definisce tutta l’importanza di un individuo.

Freddie Prinze Jr. in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Così nasce questa crudele scommessa in cui il protagonista si fa coinvolgere senza troppe remore, pur dimostrandosi piuttosto restio a dover fare un sostanziale miracolo nei confronti di una ragazza così apparentemente irrecuperabile come Laney.

Quello che succede dopo, però, mi ha stupito.

Dietro le quinte

Rachael Leigh Cook in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Era per me assolutamente prevedibile che il film avrebbe cercato di riscrivere Zach in senso positivo, così da renderlo infine un compagno accettabile per lo scontatissimo esito romantico del finale della storia.

E invece She’s all that gioca d’anticipo.

Bastano poche scene per scoprire come in realtà il protagonista sia molto più di quella maledetta scommessa, nient’altro che l’ultima manifestazione di una peer pressure devastante proveniente ora dal padre, ora dai suoi compagni di scuola – particolarmente Dean.

Rachael Leigh Cook in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Per questo l’inizio della relazione con Laney non è con la scommessa, ma bensì con lo spettacolo teatrale, in cui Zach viene un po’ maldestramente coinvolto, ma in cui dimostra la sua insospettabile verve interpretativa, e, di conseguenza, di essere meglio di quanto sembra.

Ma il secondo atto è quello decisivo.

Aprirsi

Rachael Leigh Cook in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Il problema di Laney non è il suo essere brutta, ma piuttosto il suo arrendersi alla vita.

Del tutto convinta del suo destino di ragazza sfigata e isolata da tutti, vivendo rinchiusa ora nel contesto familiare – di cui prende totalmente le redini, andando a colmare il vuoto della madre defunta – ora nell’aula di arte, dove il suo unico modo per avere successo sembra la morte artistica.

Rachael Leigh Cook e Freddie Prinze Jr. in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Invece, proprio con la giornata in spiaggia, la protagonista scopre conto di poter essere molto più incisiva di quanto potesse credere: se sulle prime le ragazze sembrano intenzionate solo a prendere il sole, è proprio la scelta di Laney di giocare invece coi ragazzi a svoltare la giornata.

La stessa incisività si vede anche durante la festa di Taylor, che la bullizza e la fa scappare in lacrime, ma non prima che la protagonista le risponda a tono, sottolineando la cattiveria della regina del ballo ancora non spodestata.

In conclusione, è ora di aprire una parentesi dovuta.

Vendetta

Un elemento chiave di She’s all that è la vendetta.

Il film, forse neanche consapevolmente, ci insegna che l’unico modo per rispondere al bullismo è con altrettanta, se non maggiore, cattiveria: così Laney ha la sua rivalsa sulle umiliazioni di Misty, pitturandole la faccia come quella di un pagliaccio e umiliando davanti a tutti…

…e, soprattutto, così Zach si dimostra come salvatore degli ultimi non solo proteggendo il fratello di Laney dai bulli, ma sottoponendoli alla loro stessa medicina, in una scena rivoltante che anticipa ben più altre vette che vedremo nel cinema popolare negli anni successivi.

Rachael Leigh Cook e Jodi Lyn O'Keefe in una scena di She's all that (1999) di Robert Iscove

Di mio preferisco decisamente altri tipi di narrazioni che, per quanto più consapevolmente cattive nel mostrare certi temi, si concludono in ogni caso con visioni più positive, volte a spezzare questa catena del distruggersi a vicenda – specificamente, Mean girls (2004) e Heathers (1989).

Così anche il fatto che con tanta leggerezza Laney renda sostanzialmente sordo Dean per evitare uno stupro mi lascia qualche dubbio…

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Clueless – Il risveglio

Clueless (1995) di Amy Heckerling, noto anche come Ragazze di Beverly Hills, è un cult del genere teen movie.

A fronte di un budget piccolino – 12 milioni di dollari – fu un grande successo commerciale: 88 milioni in tutto il mondo.

Di cosa parla Clueless?

Cher è una ragazza ricca e popolare, ma che usa la sua influenza per aiutare gli altri. Ma la sua ingenuità sarà la sua rovina…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere Clueless?

Assolutamente sì.

Clueless rappresenta davvero una perla del genere, anticipando fortemente i tempi con una narrazione dell’adolescenza femminile più collaborativa che vendicativa – come invece si vede in molte occasioni… – e un racconto della sessualità piuttosto dirompente.

Oltretutto, a differenza di film più difficilmente digeribili – per quanto magnifici – come Heathers (1989), è anche un prodotto piacevolissimo da guardare, che comunque non si risparmia in una serie di battute piuttosto sottili e non sempre a portata di adolescente…

Ingenuità

Alicia Silverstone e Stacey Dash in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Cher è totalmente ignara della sua condizione.

Intraprendendo fin da subito un intenso dialogo con lo spettatore – ottimo metodo, se ben pensato, per potenziare la narrazione, che sarà poi ripreso anche il Mean girls (2004) – ci racconta già moltissimo del suo personaggio – e della sua totale ingenuità.

Pur godendo di un armadio gigantesco, addirittura di un sistema di matching per gli outfit – una delle scene più iconiche, riprese, fra gli altri, in Barbie (2023) – Cher non è la classica adolescente ricca e viziata come ci si potrebbe aspettare.

Fin dalla prima scena viene infatti svelata la sua – seppur ingenua – buona volontà nell’aiutare gli altri, soprattutto il padre, così immerso nella sua turbolenta professione da non essere capace di prendersi cura di sé stesso.

Ma non è finita qui.

Bivio

Alicia Silverstone e Stacey Dash in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Clueless si trova in più momenti davanti ad una serie di bivi.

Cher è un personaggio che fin da subito si distingue dagli altri personaggi femminili dal punto di vista relazionale: genuinamente disgustata dai ragazzi della sua generazione, racconta fra il divertito e l’apprensivo la relazione fra la sua migliore amica, Dionne, e Murray.

E se questo poteva essere un buon momento per far partire la classica divisione fra ragazze buone e cattive…

Stacey Dash in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

…e invece Clueless stupisce: non vi è mai un giudizio negativo nei confronti della libertà sessuale delle protagoniste, se non quello che talvolta i personaggi mettono su sé stessi – come quando Donnie dice, quasi con sprezzo, di essere tecnicamente ancora vergine.

E anche la stessa posizione di verginità della protagonista è piuttosto aleatoria…

Buone azioni

Alicia Silverstone in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Anche durante la classe di dibattito, Cher dimostra la sua deliziosa ingenuità.

La sua posizione sull’immigrazione è una piccola zampata nei confronti della totale cecità della borghesia statunitense nei confronti dei problemi reali del paese, ma anche un ulteriore momento per sottolineare la sostanziale bontà della protagonista.

Alicia Silverstone e Stacey Dash in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Infatti, come Cher potrebbe utilizzare la sua posizione per vendicarsi dei brutti voti di Mr. Hall, invece sceglie di prendere il meglio di quanto ha imparato da suo padre e di ammorbidire il carattere burbero del professore, facendolo innamorare.

Così, anche se un motivo assolutamente egoistico, Cher riesce a far ritrovare due persone molto sole.

Ed è solo l’inizio.

Makeover!

Brittany Murphy in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Fatta la prima buona azione, Cher non ne può più fare a meno.

Dopo uno sguardo piuttosto ironico sul panorama adolescenziale di Beverly Hills e le sue ragazze ricche, viziate e piene di botulino, viene introdotta la preda perfetta, la totale outsider che la protagonista può prendere sotto la sua ala per una nuova buona azione.

Qui Clueless raccoglie particolarmente l’eredità del romanzo da cui si ispiraEmma di Jane Austen – con un arguto parallelismo fra la società iper-classista della Regency e il panorama sociale non meno spinoso dell’alta società californiana.

Per questo, Tai è la via del risveglio.

Brittany Murphy, Alicia Silverstone e Stacey Dash in una scena di Cluless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Cher cerca fin da subito di catturare la sua nuova amica nel complesso sistema della scuola, partendo dal più classico momento di passaggio – il makeover – che viene però totalmente stravolto, riducendolo – al pari di tutte le indicazioni di Cher – in una mania senza significato.

Ed infatti è piuttosto interessante che fin da subito Tai tende a sottrarsi ai tentativi di Cher di incasellarla, prima di tutto negando la sua verginità – elemento estremamente raro in un personaggio di questo tipo – e interessandosi ad un ragazzo che Cher considera inadeguato.

Ma l’alternativa non è migliore…

Voltafaccia

Brittany Murphy e Alicia Silverstone
 in una scena di Clueless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Il piano di Cher è un disastro.

Proprio come una matchmaker d’altri tempi, la protagonista trova subito il candidato perfetto che Tai può usare come accessorio per riuscire ad imporsi definitivamente con la sua rinnovata immagine e posizione.

E se i tentativi nel complesso sembrano portare nella direzione giusta, con un Elton che si dimostra interessato ad avvicinarsi alla ragazza, infine scoppiano come bolle di sapone quando il personaggio rivela tutta la sua arroganza e classismo, cercando di saltare addosso a Cher.

E così, la caccia ha di nuovo inizio…

…aprendo la sezione che io personalmente considero più geniale della pellicola.

Seduzione

Alicia Silverstone in una scena di Clueless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Per quanto ingenua, Cher è molto più furba di quanto potrebbe apparire.

Appena posati gli occhi su Christian, prende subito le redini della seduzione, con tutta l’intenzione di dimostrarsi interessante agli occhi di questo fascinoso ragazzo, in una scena che mima sottilmente l’atto sessuale, come ben rivela la battuta di Mr. Hall:

It’s time for your oral!

È ora del tuo orale.

Tutta la dinamica successiva continua a calcare su questo fine racconto erotico, in cui Cher si rende sempre di più desiderabile e desiderata, in particolare portando l’attenzione sulla sua bocca sempre impegnata:

And anything you can do to draw attention to your mouth is good.

E qualsiasi cosa che attiri l’attenzione sulla tua bocca è una buona idea.

Ma la realizzazione infine che Christian non potrai mai essere il suo fidanzato – con una rivelazione molto figlia di tempi, ma perlomeno non offensiva nei toni – è il primo passo per la graduale presa di consapevolezza di Cher di non aver mai avuto il controllo sulla situazione…

…e di aver guardato sempre dalla parte sbagliata.

Insomma, è ora di parlare di Josh.

Realtà

Alicia Silverstone e Paul Rudd in una scena di Clueless (1995) anche noto come Ragazze di Beverly Hills

Josh è la chiave di volta per la maturazione della protagonista.

Sulle prime il loro rapporto sembra il classico enemy to lovers, ma è una dinamica abbandonata non appena il personaggio ha modo di mostrare il suo vero carattere: non uno sfaccendato collegiale, ma un ragazzo timido e insicuro, che cerca rifugio in un’altra famiglia…

…e che, come Cher, ha a cuore gli altri: particolarmente dolce e significativo il momento in cui, alla festa con Christian, la protagonista si rende conto che Tai si senta escluso, ma si rassicura quando vede l’intervento di Josh, che la fa meno sentire fuori posto.

E proprio la realizzazione di essere innamorata del suo ex-fratello, apparentemente improvvisa, invece mette un punto molto interessante al personaggio: non la classica protagonista che cerca il vero amore, ma piuttosto una ragazza che sa cosa è meglio per sé, e che vuole accanto una persona che senta vicina.

Allo stesso modo, Clueless getta una nuova luce su tutti i personaggi – e stereotipi che li accompagnano, svelando una realtà molto più complessa e variegata da quella che viene solitamente raccontata in prodotti similari.