Coming soon…
Categoria: The Batman
The Batman (2022) di Matt Reeves è il nuovo film dedicato ad uno dei personaggi più iconici della DC, dopo le ottime prove di Nolan e la poca simpatia invece per quello di Ben Affleck.
Un film che, soprattutto per il periodo, ha incassato benissimo: 770 milioni di dollari a fronte di un budget di 200 milioni.
Candidature Oscar 2023 per The Batman (2022)
(in nero i premi vinti)
Miglior sonoro
Miglior trucco e acconciatura
Migliori effetti visivi
Di cosa parla The Batman?
Batman è in attività da soli due anni e collabora strettamente con Jim Gordon, uno dei pochi poliziotti non corrotti. Si affaccia improvvisamente il caso del misterioso Enigmista…
Vi lascio il trailer per farmi un’idea:
Vale la pena di vedere The Batman?
Matt Reeves ce l’ha fatta.
Potrei anche chiudere direttamente la recensione qui.
The Batman è un film che riesce a portare sulla scena un’investigazione noir, a citare due capisaldi della storia cinematografica di Batman, ovvero Nolan e Burton, e ad ispirarsi splendidamente ai fumetti, con continui riferimenti. Il tutto in soli tre ore.
Cosa vi posso dire di più?
Un Batman diverso
Reeves invece porta in scena un Batman acerbo, profondamente violento e fallibile, in una Gotham sporca e cattiva.
La sporcizia la percepiamo in ogni inquadratura, che gioca appunto su questa regia e fotografia sporcate, che paiono quasi amatoriali. The Batman è un noir di tutto rispetto, con delle scene thriller anche abbastanza disturbanti, degli antagonisti di prima categoria e un amore sentito per il personaggio.
Infatti Reeves non solo è debitore a Nolan, che è cita parecchio, ma anche a Burton e soprattutto ai cicli fumettistici de Il lungo Halloween (1998, cui si ispirò anche Nolan per Il cavaliere oscuro) e Batman: Hush (2003) – di cui parlerò alla fine della recensione.
Il Batman contemporaneo
Fin dall’inizio The Batman introduce ad un noir che si ispira profondamente al ciclo fumettistico cult de Il lungo Halloween.
La costruzione dell’indagine è ben condotta e ti guida passo passo nella scoperta del mistero. Tornano anche in scena alcuni degli antagonisti politici più interessanti di Batman, ovvero il Pinguino, interpretato dall’ottimo Colin Farrell, e Carmine Falcone, interpretato da John Turturro.
Un elemento davvero vincente della pellicola è la totale assenza di tempi morti.
Anche le parti meno interessanti – come la storia di Catwoman – hanno un suo ruolo importante nello svelamento della vicenda, che riesce a tenerti attaccato allo schermo per tre ore, pur soffrendo di qualche discontinuità di ritmo, soprattutto fra la prima e la seconda parte.
Riscoprire Paul Dano
Il cast è la vera punta di diamante
Non vorrei dire che io amavo Paul Dano ben prima che fosse di moda, ma permettetemi almeno di consigliarvi di recuperare al più presto una delle sue prove attoriali giovanili, ovvero Little miss sunshine (2006) e il suo esordio registico, Wildlife (2018), un dramma familiare piuttosto tipico ma con una mano registica veramente capace.
Paul Dano ci ha regalato una performance davvero incredibile, con e senza maschera.
Con la maschera è un killer sanguinario e spietato, completamente allucinato e davvero pauroso. Il suo monologo ad Arkham rivela tutta la sua potenza recitativa con cui è riuscito a regalarci un villain pazzo ma non sopra le righe, con un piano ben costruito e una profonda sofferenza interiore.
Non dico che possa essere paragonato al Joker di Heath Ledger, ma ci va molto vicino.
Sad Batman
Pattinson ha portato in scena un Batman acerbo.
Ma per davvero questa volta: nonostante il Batman di Christian Bale fosse comunque fallibile, si dimostrava fin da subito padrone della situazione. In questo caso è invece un Batman profondamente depresso e insicuro in cerca ancora una sua identità, lugubre e tenebroso con o senza maschera.
E per me Pattinson ha fatto veramente centro.
Spero che tutti i suoi detrattori si siano finalmente ricreduti.
Un perfetto Pinguino
Il Pinguino ha uno screen time abbastanza ridotto, ma si fa notare.
Un uomo viscido, avido e, a suo modo, anche abbastanza ridicolo. Come spiegherò più avanti, per me è una delle maggiori citazioni a Burton. Un Colin Farrell perfettamente in parte, che è riuscito a portare in scena un Pinguino praticamente perfetto, grottesco al punto giusto, regalandoci anche un sorriso in una pellicola complessivamente piuttosto tragica.
I secondari minori
Catwoman non mi ha stregato.
Temevo un personaggio molto più sopra le righe e vicino a concetti ormai stantii di girl power e simili. Invece mi sono trovata davanti ad un personaggio complessivamente interessante, che però non è riuscito a catturarmi.
E per quando riguarda Alfred…
Sono consapevole che riuscire ad eguagliare la classe di Michael Caine è quasi impossibile, però questo Alfred, fra lo screen time ridottissimo e l’interpretazione poco interessante, non mi ha detto proprio nulla.
Matt Reeves si porta Andy Serkis dietro dalla trilogia de Il pianeta delle scimmie, dove interpretava – o, meglio, dava le movenze – alla scimmia protagonista Cesare. Un’ottima prova attoriale, probabilmente Serkis è il miglior interprete in circolazione a saper padroneggiare questa tecnica.
Ma oltre a quello non mi ha mai convinto.
Questa voglia pazza di politicizzare tutto
La saga di Batman, per come è raccontata nei fumetti, ha un problema abbastanza pesante: è dominata da personaggi maschili e bianchi.
Per questo va, anche giustamente, attualizzata.
Quindi niente di male, anzi, a cambiare etnia dei personaggi di Catwoman e Gordon, fra l’altro con due attori di livello. Meno bello è inserire messaggi smaccati, fra cui l’unico teppista non violento all’inizio che è afroamericano e così l’unica politica buona della situazione che è una donna nera.
Non so se si può parlare in questo caso di token, ma sicuramente una simpatica strizzata d’occhio ad un pubblico molto spesso poco rappresentato. Però questa non è rappresentazione, ma un messaggio politico molto preciso e veramente ingenuo.
Ma di questo non posso incolpare Reeves: è un andamento generale delle grandi produzioni, quindi facilissimo che abbia ricevuto certe indicazioni dall’alto.
Alcune inezie…
Avrei voluto un finale diverso, più maestoso e di impatto.
Avrei quasi preferito che finisse con Joker e l’Enigmista, mentre il finale l’ho trovato abbastanza banale.
Il ritmo, come detto, è un po’ discontinuo, e la prima parte del film è più interessante della seconda per molte cose, ma nel complesso ti tiene. Questo film mi ha confermato i miei problemi con gli inseguimenti in auto, che purtroppo non riescono mai a catturarmi.
Non proprio un’inezia è la sensazione della mancanza di una origin story strutturata come era quella di Nolan in Batman Begins, visto che mi ha un po’ stranito il rapporto fra Gordon e Batman, per nulla introdotto.
Ma sono difetti su cui posso assolutamente soprassedere.
Perché ho paura per Joker di The Batman
La presenza di Joker interpretato da Barry Keoghan era già stata praticamente confermata, quindi non è stata una grande sorpresa.
Tuttavia io ho molta paura.
Per quanto l’attore mi piaccia moltissimo (e per questo vi consiglio di recuperare American Animals, uno dei migliori heist movie degli ultimi anni), Joker è un personaggio pericoloso da portare in scena.
È un attimo cadere nello squallido con interpretazioni da galera come quella di Jared Leto in Suicide Squad (2016). Si possono anche avere delle ottime prove come quella più recente di Joaquin Phoenix, ma il livello che è stato messo da lui e da Ledger a suo tempo è veramente alto e difficile da raggiungere.
Oltre a questo, sarebbe anche ora di dire basta a Joker. È un personaggio veramente incredibile, ma a questo punto siamo anche un po’ saturi: nel giro di dieci anni abbiamo avuto tre interpretazioni.
Staremo a vedere.
Aggiornamento postumo
Dopo aver visto questa meraviglia di scena, mi sento di ritirare tutto quello di cui sopra. Sono già innamorata.
I riferimenti in The Batman
Il film è pregno di riferimenti a Nolan, ai fumetti e in parte anche a Burton.
Da qui in poi parlerò di alcuni cicli fumettistici e dei film di Nolan e Burton, senza però fare spoiler importanti. Però se non volete sapere niente non proseguite con la lettura.
I riferimenti a Nolan
Tutta la storia in un certo senso si ispira a Il cavaliere oscuro, con un killer fuori controllo che uccide personaggi importanti di Gotham per mandare un messaggio. In particolare il primo video che l’Enigmista fa vedere in diretta televisiva è praticamente quello del Joker di Nolan, anche se molto più cruento.
Poi la scena di Batman inseguito dalla polizia che sale le scale col rampino è identica ad una analoga scena di Batman Begins. E infine tutto l’inseguimento del Pinguino, che, per quanto sia coerente al personaggio, è veramente simile a quando Joker cerca di farsi colpire da Batman in macchina.
E, ovviamente, la Bat Caverna che è letteralmente una caverna con pipistrelli dentro.
I riferimenti a Burton
Burton è citato più sottilmente, ma secondo me si può ritrovare nelle caratterizzazioni fortemente gotiche di alcuni ambienti, come Villa Wayne e la chiesa del funerale del sindaco Mitchell.
Ma secondo me Burton è vivo soprattutto nel Pinguino, unico personaggio vagamente umoristico, ma anche e soprattutto grottesco, esattamente come in quello di Batman Returns (1992):
Ovviamente si tratta di due stili registici e di un design differente, ma le somiglianze sono innegabili.
I riferimenti fumettistici
The Batman si ispira fondamentalmente a due cicli fumettistici: Il lungo Halloween e Batman: Hush.
Anzitutto, ovviamente, il primo delitto avvenga ad Halloween, come ne Il lungo Halloween, così anche come tutta l’impostazione noir e hard boiled, che permea le pagine del fumetto. Inoltre Catwoman che ferisce Falcone sul viso richiama l’aspetto caratteristico del personaggio nel fumetto:
E così anche la parentela di Catwoman con Falcone, che è lasciata in sospesa in questo ciclo, ma viene rivelata nel suo sequel, Batman: vittoria oscura (1999)
Per quanto riguarda Hush, l’Enigmista riprende molto il suo aspetto:
E ad un certo punto quando parla del Caso Wayne utilizza proprio la parola Hush, che è fondamentalmente un’onomatopea come il nostro shh.
Più sottilmente, quando Catwoman vuole uccidere il poliziotto corrotto e Batman la ferma, la macchina da presa indugia su Gordon. Nel fumetto infatti Batman si trovava in una situazione analoga e Gordon interveniva per fermarlo proprio con le stesse parole del film.
Non credo di aver mai visto un amore così profondo per i fumetti e per il personaggio come The Batman, che riesce a battere quasi Nolan.