Categorie
2021 Commedia Drammatico Film Nuove Uscite Film

C’mon C’mon – Una piccola storia

C’mon C’mon (2021) è l’ultimo film di Mike Mills, autore fondamentalmente sconosciuto ai più, ma che ha avuto la grande fortuna di mettersi sotto l’egida della A24 e di poter dirigere Joaquin Phoenix.

La A24 è un’ambiziosa casa di produzione statunitense, che può vantare di aver prodotto pellicole di alto valore, come tutti i film di Robert Eggers finora, fra cui quello che uscirà settimana prossima, The Northman (2022), nonché Macbeth (2021) di Joel Coen. E giusto proprio per dire due nomi di nessuna importanza.

Non a caso C’mon C’mon è un’opera a tratti sperimentale, certamente originale e con un comparto tecnico di alta qualità.

Di cosa parla C’mon C’mon

La vicenda ruota intorno a Johnny, interpretato da Joaquin Phoenix, un giornalista che gira le principali città degli Stati Uniti per intervistare giovani ragazzi sul loro futuro. Johnny riceve, dopo un anno che non si parlavano, una chiamata dalla sorella, Viv.

Questa deve partire per andare ad assistere l’ex-marito, e per questo deve lasciare a casa il figlio, Jesse. Johnny si offre quindi di stare con Jesse finché la sorella non farà ritorno. Con questa esperienza Johnny non solo riprenderà contatto con il nipote, ma ripenserà anche al suo passato e al suo rapporto con la sorella.

Vi lascio il trailer per farvi un’idea.

Perché vedere C’mon C’mon

Joaquin Phoenix e Gaby Hoffmann in una scena del film C'mon C'mon (2021) di Mark Mills, prodotto dalla A24 dal 7 aprile al cinema

Diversamente da quello che si potrebbe pensare dalla sinossi, C’mon C’mon non è un film né eccessivamente drammatico né particolarmente impegnativo. È invece molto intimo e toccante, e accompagna lo spettatore passo passo in una storia piccola, neanche troppo fuori dal comune, ma che ti entra nel cuore.

La regia è degna di nota: rinchiude i personaggi, con inquadrature rese ad arte e margini ristretti, in spazi piccoli e familiari. Poi li libera in spazi ampi e ariosi, con campi lunghi e lunghissimi, che abbracciano panorami urbani immensi.

Oltre ad una recitazione molto spontanea, con un Joaquin Phoenix sempre in formissima, lascia a bocca aperta la stella nascente di Woody Norman, che interpreta Jesse, che ci regala una recitazione di altissimo livello. Inoltre nel film le interviste sono a persone reali intervistate dallo stesso Phoenix, che danno ancora un tocco di autenticità a tutta la storia.

Insomma, da non perdere.

Perché non guardare questo film

Gaby Hoffmann in una scena del film C'mon C'mon (2021) di Mark Mills, prodotto dalla A24 dal 7 aprile al cinema

Per quanto trovi che sia un film abbastanza accessibile e apprezzabile alla maggior parte del pubblico, ci sono motivi molto validi per cui potrebbe non piacervi. Anzitutto, se vi annoiano i film del genere familiare o, ancora più specificamente, quello con i rapporti fra un adulto ed un bambino, lasciate perdere. Se preferite film movimentati, con tanti colpi di scena o momenti di impatto, non è il film che fa per voi.

Insomma, per me un film assolutamente valido, ma sta a voi.

Cosa mi è piaciuto

Joaquin Phoenix in una scena del film C'mon C'mon (2021) di Mark Mills, prodotto dalla A24 dal 7 aprile al cinema

Joaquin Phoenix. E potremmo anche chiuderla qui.

Sono sempre stregata dalla capacità di questo attore di interpretare ruoli sempre diversi e sempre convincenti (come avevo raccontato altrove). Come era stato abilissimo ad interpretare un personaggio disturbato e violento in Joker (2019), qui riprende una recitazione più intima come in Her (2015). È uno di quegli splendidi casi in cui sembra che un attore non stia interpretando una parte: Phoenix e Norman potrebbero star costruendo un bellissimo rapporto nella vita vera per quanto mi riguarda.

E parliamo di Jesse.

Un bambino, un ruolo

Woody Norman in una scena del film C'mon C'mon (2021) di Mark Mills, prodotto dalla A24 dal 7 aprile al cinema

Di solito odio i bambini impertinenti nei film, però in questo caso la sua presenza è assolutamente funzionale alla trama, in quanto permette di fare le domande per lo spettatore. Molto delicato rappresentare un bambino non neurotipico senza dire mai esplicitamente di quale situazione si stia parlando.

Tuttavia riesce a raccontare con grande efficacia la difficoltà e i dubbi che giustamente sorgono ai genitori o agli adulti che si trovano in certe situazioni. Ma, ancora più importante, evita di rivestire la narrazione di un patetismo tipico di questo tipo di narrazioni.

Jesse è rumoroso, iperattivo, quasi estenuante in certe scene. Woody Norman è stata davvero una sorpresa: dovrei vederlo in un’intervista per capire quanto stesse recitando e quanto fosse un comportamento spontaneo, perché la sua recitazione è talmente naturale e credibile che davvero mi veniva da pensare che si fosse trovato per caso sul set. Spero che non sia una di quelle meteore di Hollywood, ma che faccia strada.

Raccontare una storia

Joaquin Phoenix in una scena del film C'mon C'mon (2021) di Mark Mills, prodotto dalla A24 dal 7 aprile al cinema

Il modo in cui la storia è stata raccontata mi ha davvero coinvolto: quei flashback senza audio, quelle scene che sembra di guardare dal buco della serratura, sprazzi di realtà e di passato che ci vengono mostrati poco a poco, con di sottofondo la voce narrante dei personaggi.

Mi ha davvero colpito anche l’utilizzo delle favole o del punto di vista di Jesse per raccontare il passato, anche con questioni emotivamente pesanti come la condizione del padre.

Tuttavia, non sono andata fino in fondo.

Perché C’mon C’mon non mi ha preso fino in fondo

Woody Norman in una scena del film C'mon C'mon (2021) di Mark Mills, prodotto dalla A24 dal 7 aprile al cinema

Metto le mani avanti: sono ingenuamente una grande fan di quel sottogenere dei buddy movie che costruiscono il rapporto fra un adulto e una persona più giovane, di cui il perfetto esempio è sicuramente Il Grinta (2016) dei Fratelli Coen, film che ho amato per quello e per altri motivi.

Tuttavia, visto che sono ormai avvezza ai trigger emotivi dei prodotti audiovisivi, mi sono resa conto che nelle scene in cui avrei dovuto versare copiose lacrime per il comportamento di Jesse, in particolare quando non mostra di voler vedere la madre, non ero coinvolta. Nel complesso mi sono sentita più toccata dalla esasperazione degli adulti per Jesse che per l’ingenuità e la frustrazione di Jesse stesso.

Forse è una conseguenza di voler rappresentare un bambino così tanto realistico.

Oppure sono solo io.

Categorie
2021 Commedia Commedia romantica Film Oscar 2022

Coda – Quando i buoni sentimenti non bastano

Il cinema semplice road to oscar 2022 che si svolgeranno il 28 marzo 2022

Candidature Oscar 2022 per Coda (2021)

(in nero i premi vinti)

Miglior film
Miglior sceneggiatura non originale
Miglior attore per Troy Kotsur

Coda (2021) è il classico film dei buoni sentimenti, nonché remake della pellicola francese La famiglia Belièr (2014), di cui condivide la trama e le dinamiche in maniera quasi identica.

Il film è diventato un caso quando qualche giorno fa ha trionfato agli Oscar, vincendo Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior attore non protagonista. La polemica è nata appunto intorno ai premi conquistati, con cui ha scalzato film molto più quotati.

Parlando di questa pellicola non si può infatti lasciar da parte la questione degli Oscar: anche solo candidare un film è un riconoscimento del suo valore. Quindi le pellicole candidate non possono essere considerate come le altre, soprattutto se candidate e vincitrici di premi così importanti. Non a caso per Spencer ho scritto una critica molto più analitica rispetto al solito sulla recitazione di Kristen Stewart, proprio perché è stata candidata come Miglior Attrice protagonista.

Ma andiamo con ordine.

Di cosa parla Coda

La trama di Coda (che è una sigla per indicare la comunità dei sordomuti) racconta di Ruby, diciassettenne che fa parte della famiglia Rossi, composta appunto da persone non udenti. Lei è l’unica della famiglia ad essere invece udente, e per questo si porta sulle spalle il grande peso di aiutare i suoi familiari a gestire i propri affari ed il rapporto col mondo esterno.

Il problema sorgerà quando la ragazza deciderà di partecipare ad un concorso per entrare in una famosa scuola di canto, dovendo così però abbandonare la propria famiglia.

Vi lascio al trailer per farvi un’idea.

Perché Coda non funziona

Coda è un film che può riuscire a colpirti per un solo motivo: se ti piacciono le commedie dei buoni sentimenti e riesci ad essere quindi coinvolto nella storia. Con me non è ci è riuscito: oltre ad essere un genere che non fa per me, l’ho trovata una pellicola estremamente banale.

Il film ha infatti una trama e delle dinamiche veramente scontate e di cui puoi capire l’evoluzione dal primo minuto. Non manca davvero niente: ci sono battute scialbe sui sordomuti; ci sono non uno, ma ben due montaggi musicali per far passare il tempo; e, infine, c’è una dramma spinto inutilmente in una certa direzione.

Un film costruito a tavolino per suscitare determinate emozioni, senza portare nulla di nuovo, lasciando anzi molti fili narrativi senza soluzione.

Perché Coda non è tutto da buttare

Troy Kotsur nei panni di Frank e Marlee Matlin nei panni di Jackie in una scena del film i segni del cuore, miglior film oscar 2022

Coda è un film fatto con le migliori intenzioni: riprendere il film francese che era stato tanto criticato per non aver incluso persone non udenti e per non aver dato una rappresentazione rispettosa della comunità, e portare qualcosa che sia di valore. Tuttavia, il risultato, come accennato, è davvero deludente.

Tuttavia in generale si vede che gli attori si sono davvero impegnati nei loro ruoli: sono molto in parte, nonostante non siano, per me, prove artistiche da Oscar. In particolare Troy Kotsur, che interpreta il padre di Ruby, è un buon attore comico e in certe scene ha un’espressività veramente esplosiva.

Due parole con spoiler

Emilia Jones nei panni di Ruby in una scena del film Coda (2021) in italia uscito come i segni del cuore, miglior film oscar 2022

In generale penso sia stata una buona cosa che questo tipo di film sia stato preso in mano da una persona parte della comunità rappresentata. Ha infatti portato in scena alcuni aspetti meglio di come avrebbe potuto fare una persona senza il suo tipo di prospettiva. Ad esempio, la scena a teatro quando chiaramente i genitori non possono sentire la figlia cantare. Semplice, ma efficace.

Tuttavia, che senso ha rifare un film che già di per sé aveva una trama davvero prevedibile ed era nel complesso molto mediocre? Ribadisco, onorevole provare a portare in scena una comunità poco rappresentata, ma perché non scegliere una storia più profonda e interessante, oltre che maggiormente rappresentativa della tematica?

Oltre a questo, come anticipato, alcune linee narrative non trovano un vero scioglimento: il dramma è caricato pesantemente ed il problema raccontato è reale, ma non viene mai spiegato come venga risolto. È solo una drammaticità a favore di pubblico, non per raccontare una storia con un vero significato, ma solo per farci piangere e sospirare per la dura scelta di Ruby. Scelta di cui non vediamo mai le conseguenze: come farà la famiglia Rossi a continuare a pescare senza l’aiuto della figlia? Non lo sapremo mai.

Drammaticità spicciola

Troy Kotsur nei panni di Frank e Emilia Jones nei panni di Ruby in una scena del film Coda (2021) in italia uscito come i segni del cuore, miglior film oscar 2022

La drammaticità, come anticipato, è totalmente gratuita. C’era bisogno del dramma di Ruby che non riusciva ad andare alle prove per aiutare i suoi familiari? I telefoni non esistono più per chiamarsi quando si ha un imprevisto? Ovviamente no, altrimenti il dramma dove sarebbe. Oltre a questo, che bisogno c’era di creare questo conflitto inutile fra Ruby e il suo insegnante? Perché questo sembra totalmente incapace di capire il problema evidente della ragazza?

Io sono una grande appassionata del genere teen drama, soprattutto quello più becero primi anni 2000, quindi conosco tutte le dinamiche di questo tipo di prodotti. E per me funzionano solamente quando sono messe in scena in maniera o particolarmente trash o in qualche modo originale. Non è questo il caso.

Riflessioni sugli Oscar 2022

Ferdia Walsh-Peelo nei panni di Miles e Emilia Jones nei panni di Ruby in una scena del film Coda (2021) in italia uscito come i segni del cuore, miglior film oscar 2022

Quest’anno l’Academy ha dovuto fare una scelta: decidere se premiare un messaggio politico o un film meritevole. E non è una scelta scontata, perché dà un significato del tutto diverso su cosa sia questa premiazione. Era già successo con Green book (2018), altra commedia dei buoni sentimenti che trattava il tema del razzismo nella maniera più superficiale che possiate immaginare. Quando quell’anno c’era come candidato Vice. Credo non ci sia altro da aggiungere.

In questo caso Coda aveva come concorrenti film di altissimo valore artistico: fra gli altri, Il potere del cane e Licorice pizza. E alla fine l’Academy ha deciso che era meglio premiare il film che l’avrebbe fatta apparire meglio agli occhi del pubblico, piuttosto che dare prova di essere manifestazione cinematografica seria.

Coda meritava di vincere?

Emilia Jones nei panni di Ruby in una scena del film Coda (2021) in italia uscito come i segni del cuore, miglior film oscar 2022

No, per me Coda non meritava di vincere. Non meritava neanche di essere candidato, ma se proprio avessero voluto fare i paraculi potevano candidarlo e non farlo vincere come era successo con Black Panther (2018). Invece hanno voluto spingere l’acceleratore, premiandolo per dei meriti che non aveva: non è un buon film, ha una sceneggiatura di una banalità accecante e non ha alcun merito artistico. Unica cosa che posso vagamente accettare è la vittoria di Troy Kotsur, che è stato comunque abbastanza bravo.

I film con persone con disabilità esistono. Anche bei film. Solo magari non film statunitensi e con produzioni importanti dietro. E l’unico motivo per cui Coda ha avuto questo tipo di riscontro è perché vi recitano attori sordomuti e perché è statunitense.

Categorie
2021 Commedia Commedia romantica Drammatico Film Nuove Uscite Film Oscar 2022

Licorice Pizza – I miei uomini terribili

Il cinema semplice road to oscar 2022 che si svolgeranno il 28 marzo 2022

Candidature Oscar 2022 per Licorice Pizza (2021)

(in nero le vittorie)

Miglior film
Miglior regista
Miglior sceneggiatura originale

Licorice Pizza (2021) è l’ultimo film di Paul Thomas Anderson e anche probabilmente una delle pellicole più strane in cui mi sia imbattuta in tempi recenti. E infatti sono in dubbio sul fatto di averne colto il vero significato.

Ma andiamo con ordine.

Di cosa parla Licorice Pizza

La vicenda ruota intorno a Alana, una ragazza di 25 anni interpretata dalla cantante Alana Haim, e Gary, un quindicenne interpretato dal giovanissimo Cooper Hoffman. I due intraprendono una relazione travagliata, per l’evidente gap di età, invischiandosi in continui e strani progetti commerciali.

Vi lascio il trailer per farvi un’idea.

Perché Licorice Pizza è un film strano

Alana Haim in una scena del film Licorice Pizza (2021) di Paul Thomas Anderson in sala il 17 marzo

La trama di per sé non è complessa: stringi stringi, è esattamente quanto ho detto sopra. La stranezza sono le dinamiche fra i due personaggi: ci troviamo davanti ad un interesse romantico abbastanza disturbante, da cui Alana cerca continuamente di sottrarsi andando con uomini più grandi, che puntualmente si rivelano partner terribili.

Tuttavia Gary, nonostante la giovane età, non è da meno: è un personaggio possessivo e ossessionato dalla figura di Alana, anche a livello erotico, che non accetta il fatto che lei potrebbe non accettarlo nella sua vita. Per questo le fa continuamente pressioni emotive quando la vede con altri uomini.

Da parte sua Alana continua a buttarsi in relazioni sbagliate per i più svariati motivi. Ogni volta che un uomo sembra interessante o anche semplicemente entra nella sua vita, alla fine si rivela viscido e approfittatore. E per questo Alana torna periodicamente nelle braccia di Gary e nella sua ultima impresa finanziaria.

La definizione di relazione tossica, ma con un taglio romantico che mi ha spiazzata.

Gli adulti terribili

Bradley Cooper in una scena del film Licorice Pizza (2021) di Paul Thomas Anderson in sala il 17 marzo

La scena è popolata da diverse figure di adulti, che vengono soprattutto in contatto con Alana, e che cercano appunto sistematicamente di approfittarsene. Fra questi spicca Jack Holden, interpretato da Sean Penn, e Jon Peters, interpretato da Bradley Cooper, l’allora compagno di Barba Streisand. In particolare Bradley Cooper, pur nel poco minutaggio, l’ho trovato più in parte qui che in tutto The Nightmare Alley (2021).

Anche Alana è un adulto terribile: è animosa, umilia Gary quasi quanto Gary umilia lei e, come detto, si avvicina costantemente agli uomini sbagliati e alle relazioni più tossiche, rimanendone ogni volta delusa.

Un film brillante?

Skyler Gisondo in una scena del film Licorice Pizza (2021) di Paul Thomas Anderson in sala il 17 marzo

Dal punto di vista della regia e della scrittura, entrambi di Anderson, nulla da dire: una regia peculiare, una fotografia perfetta, dialoghi brillanti e ben scritti.

In particolare posso fare un plauso a questo film per aver messo al centro della scena e come oggetto del desiderio una ragazza dalla bellezza non convenzionale come Alana Haim. La quale fra l’altro, nonostante fosse il suo primo film, è stata davvero convincente.

Rimango comunque ancora spiazzata da questa pellicola, forse dovendola pacificamente accettare come un’opera con un taglio profondamente realistico, che rappresenta una storia bislacca e disturbante, ma, appunto, profondamente vera.

Licorice Pizza fa per me?

Cooper Hoffman in una scena del film Licorice Pizza (2021) di Paul Thomas Anderson in sala il 17 marzo

Una interessante domanda, a cui posso rispondere in negativo: probabilmente vi innamorerete di questo film per i motivi per cui io non me ne sono innamorata.

L’atmosfera nostalgica degli Stati Uniti degli Anni Settanta, quella della fine della Guerra del Vietnam e della crisi del gas del 1973: lo sfondo di tutta la vicenda e che ha fatto innamorare molti. Così gli USA del capitalismo rampante e distruttivo, che coinvolgeva anche i giovanissimi, di una realtà televisiva ormai tramontata, quasi ridicola vista oggi.

Tutto questo troverete in Licorice Pizza. Io l’ho trovato, ma non sono riuscita a farmi travolgere.