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Comico Commedia Dramma familiare Film Robin Williams

Mrs. Doubtfire – L’amore disgregato

Mrs Doubtfire (1993) di Chris Columbus, noto in Italia anche col sottotitolo imbarazzante di Mammo per sempre, è un classico della cinematografia di Robin Williams.

A fronte di un budget di 25 milioni di dollari, è stato un enorme successo commerciale: 219 milioni di dollari in tutto il mondo.

Di cosa parla Mrs. Doubtfire?

Daniel è un padre stupendo, sempre presente con i figli, ma molto meno sopportabile come marito. E, una volta sottoposto al divorzio, dovrà prendere altre vie per stare vicino ai suoi amati…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere Mrs. Doubtfire?

Robin Williams in una scena di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

Assolutamente sì.

Mrs. Doubtfire è una splendida commedia familiare che riesce a riflettere – come già per Chris Columbus in Mamma ho perso l’aereo (1990) – in maniera piuttosto fuori dagli schemi sui modelli di genere, evadendo l’idea stringente della famiglia unita come prerogativa della felicità della stessa.

Tuttavia, un trigger altert è dovuto: come tipico di altri prodotti dell’epoca, è un film apertamente discriminatorio nei confronti della comunità queer, particolarmente delle persone transgender e transessuali, come purtroppo ci si poteva aspettare considerando il tema di fondo.

Eccesso

Robin Williams con i suoi figli in una scena di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

Daniel è una forza irrefrenabile.

La prima scena inquadra da sola il personaggio, capace di regalare performance attoriali e vocali giocose e divertentissime, ma incapace di darsi un limite, di accettare le imposizioni esterne, persino a costo di perdere il lavoro.

Un entusiasmo che si conferma nella sequenza del compleanno del figlio, l’ultima goccia che fa definitivamente scoppiare il rapporto con Miranda, che si sente comprensibilmente scavalcata dalla figura del marito e che non riesce più a stare dietro alle sue continue follie.

E qui si apre un punto interessante.

Miranda (Sally Field) in una scena di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

Mrs. Doubtfire avrebbe potuto semplicemente fare un’inversione delle parti, in cui la madre era il genitore assente e fissato con la carriera, e invece il padre appariva come il parente presente e attivo nella vita dei figli, nonché l’unico verso il quale andavano le loro attenzioni.

E invece la situazione familiare è ben più sfumata, e racconta un matrimonio che semplicemente non funziona più, ma dei figli che manifestano un attaccamento emotivo ad entrambe le figure genitoriali – non a caso, la madre non vuole mai abbandonarli o lasciarli a se stessi.

Ma c’è di più.

Valore

Nonostante la situazione familiare sia cristallina per noi spettatori, non lo è per la società.

In una sottile critica ad un sistema economico che inquina persino qualcosa di inquantificabile come l’affetto familiare, Daniel viene giudicato un padre poco adatto per la sua situazione economica instabile – e subito da risolvere.

Robin Williams in una scena di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

E la scelta del protagonista non solo di accettare un lavoro abbastanza degradante per le sue capacità, ma di affiancarlo anche al lavoro domestico per la sua stessa famiglia, racconta perfettamente il suo imprescindibile bisogno di stare vicino ai suoi figli.

Ed è un valore della pellicola non spingere troppo sul lato della incapacità iniziale del personaggio maschile di non saper condurre l’economia domestica, utilizzandola solamente come spunto per qualche gag, ma risolvendola rapidamente con l’impegno del personaggio nel migliorarsi per il bene dei suoi figli.

Così i ruoli della storia non sono mai così netti.

Colpa

Robin Williams e Pierce Brosnan in una scena di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

Daniel non è esente dalle colpe.

Ed è importante che lui stesso le riconosca.

In un altro contesto – come l’indimenticabile Genitori in trappola (1998) – si potevano facilmente giustificare i dispetti del protagonista nei confronti del nuovo interesse romantico di Miranda, e si poteva rendere lo stesso un evidente insidiatore della famiglia.

Al contrario Stuart è fin da subito raccontato come un personaggio attento e amorevole, capace di cambiare il suo punto di vista sui bambini per amore di Miranda, e per questo non merita davvero di essere punito da Daniel – che infatti si discolpa salvandolo dal rischio di soffocamento da lui stesso provocato.

Robin Williams in una scena di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

In generale, la grande mascherata del protagonista è davvero maligna, in quanto mette la moglie in una posizione veramente complessa da accettare, tanto che la risoluzione felice del film non è immediata, ma anzi passa per un ulteriore scontro fra i due. 

E per questo il ritratto familiare che si compone alla fine è tanto più importante quanto durante tutto il film Daniel si è dimostrato un adulto attento alle esigenze dei suoi figli, e per questo viene infine ricompensato con un programma televisivo tutto suo e un felice compromesso per stare con i suoi bambini…

Robin Williams nella scena finale di Mrs. Doubtfire (1993) di Chris Columbus

…nonostante questo non preveda di ritornare con la moglie.

Il finale di Mrs. Doubtfire è infatti quasi avanguardistico nel raccontare come una famiglia possa trovare la propria felicità anche al di fuori di un matrimonio solido e di una presenza costante di entrambi i genitori, aprendo le porte a più tipi di nuclei familiari che, oggi come ieri, non sono sempre considerati adatti.

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Comico Commedia Dramma storico Drammatico Film di guerra Robin Williams

Good Morning, Vietnam – La guerra bugiarda

Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson è un dramma storico con protagonista Robin Williams.

A fronte di un budget abbastanza piccolo – 13 milioni di dollari – è stato un ottimo successo commerciale: 123 milioni di dollari in tutto il mondo.

Di cosa parla Good Morning, Vietnam?

Saigon, 1965. Adrian Cronauer è la nuova voce della radio locale dell’esercito americano. Ma non è proprio il tipo di persona da lasciarsi minacciare dall’autorità…

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere Good Morning, Vietnam?

Robin Williams in una scena di Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson

In generale, sì.

Good Morning, Vietnam ricorda per molti versi il poco successivo L’attimo fuggente (1989): Robin Williams diede il meglio di sé nel ruolo di voce fuori dal coro che sbaraglia le carte in tavola in un contesto rigido e stringente, venendo per questo osteggiato dalle autorità in carica.

La narrazione circa la Guerra in Vietnam ovviamente non raggiunge i picchi di Vittime di guerra (1989), ma riesce comunque a puntellare un film sostanzialmente comico di momenti piuttosto drammatici e rivelatori sulla mala condotta statunitense durante il conflitto.

Insomma, un’opera meno conosciuta di questo magnetico interprete, ma che merita di essere riscoperta.

Presenza

Robin Williams in una scena di Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson

Adrian Cronauer è fin da subito un personaggio fuori dagli schemi.

Introdotto dal neutro bollettino della radio locale, il protagonista sfida subito le autorità locali, dimostrandosi del tutto indifferente davanti alle velate minacce e al tentativo di imbrigliarlo all’interno di un sistema molto fragile e perfettamente calibrato.

E, infatti, fin dalla sua prima apparizione, dimostra di essere una minaccia.

Robin Williams in una scena di Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson

Cronauer non ha infatti alcun rispetto nei confronti dei maldestri tentativi del suo esercito di mantenere una certa facciata, ed esplode in un’irresistibile sequela di siparietti comici e irriverenti, conquistando il cuore dei militari in un’inarrestabile popolarità.

Ma questo suo essere fuori dagli schemi si riflette molto anche nei suoi rapporti con la popolazione locale.

Consapevolezza

Robin Williams in una scena di Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson

Il protagonista non ha consapevolezza del conflitto e delle sue regole non scritte.

Cronauer si scontra infatti continuamente col feroce razzismo che domina il panorama politico, ma a cui si contrappone sia indirettamente – intrecciando sinceri rapporti con la popolazione locale – sia direttamente – prendendo di petto le ingiustizie, pure a costo di scatenare una rissa.

E, più in generale, il suo comportamento è ben diverso dal resto dei suoi conterranei anche per come affronta l’educazione dei vietnamiti, non limitandosi ad un’istruzione di base, ma fornendo ai suoi nuovi amici degli strumenti effettivi per affrontare la scomoda presenza straniera.

Robin Williams in una scena di Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson

In maniera invece ben più irriverente, la sua posizione ribelle è ben raccontata dalla scelta di diffondere ufficiosamente una delle più tristi e recenti realtà del conflitto – l’attentato al bar – proprio a risvegliare le coscienze di un esercito che vive di un sogno filtrato dalle comunicazioni ufficiali.

Ma quindi cosa vuole davvero raccontarci Good Morning, Vietnam?

Speranza

Robin Williams in una scena di Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson

Pur nella sua semplicità, Good Morning, Vietnam è un racconto di speranza.

La pellicola non vuole né semplificare né attenuare la gravità del conflitto, ma anzi la vuole sottolineare proprio affiancando ad una piacevole comicità pochi momenti struggenti e significativi, come a rappresentare il sogno fittizio di pace venduto agli statunitensi che viene facilmente svelato. 

E lo fa anche e soprattutto nel rappresentare i rapporti impossibili fra Cronauer e la popolazione locale: come una possibile relazione con Trinh è scoraggiata fin dall’inizio, anche la stessa amicizia con Tuan sembra minata dal profondo risentimento del giovane ragazzo verso la insopportabile presenza straniera.

Eppure, nonostante lo scoraggiamento temporaneo, il protagonista rimane fino all’ultimo una voce libera e irriverente, capace persino di sbeffeggiare il suo stesso presidente, rappresentazione, a più di dieci anni di distanza, della risposta di un paese affranto da una guerra bugiarda.

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Coming soon…

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