Andor (2022 – …) è una serie tv spin-off di Star Wars, prequel di Rogue One (2016) e pubblicata su Disney+ fra le diverse offerte dell’Universo Espanso della saga, ma con risultati piuttosto magri…
Di cosa parla Andor?
Andor è alla ricerca della sorella scomparsa, innescando una serie di eventi imprevisti che lo porteranno a ripensare alla propria vita…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di vedere Andor?
Assolutamente sì.
Ma…
Andor è una di quelle serie che possono dare molte soddisfazioni, ma devono anche essere approcciate con grande pazienza. In particolare, questa serie non gode purtroppo del più robusto degli inizi – anzi.
Ma, dopo aver superato lo scoglio delle prime due puntate, la terza porta ad una svolta consistente che comincia veramente a risvegliare l’interesse, in maniera assolutamente inaspettata.
Da lì, diversi archi narrativi incredibilmente avvincenti.
Ma bisogna anzitutto arrivarci…
Dove si colloca Rogue One?
Andor si colloca cinque anni prima sia di Rogue One (2016), sia di Una nuova speranza (1977).
Un debole inizio
La parte più debole di Andor è l’inizio.
Ci ho messo un tempo veramente considerevole per riuscire effettivamente ad iniziare la serie perché purtroppo i primi due episodi sembravano non raccontare niente di davvero interessante, ma essere un’introduzione piuttosto lunga che non si capiva dove portasse.
Ed infatti la svolta che avviene alla fine del terzo episodio è assolutamente inaspettata, ma che mette finalmente in moto le vicende, soprattutto introducendo il personaggio più interessante della serie: il misterioso Luthen Lael.
Per questo credo che rilasciare questa serie settimana per settimana sia stato un azzardo: molti spettatori probabilmente non sono stati catturati dal primo episodio e non hanno proseguito.
Ammetto che anche io avrei fatto lo stesso…
L’heist movie
Il primo arco narrativo è l’heist movie.
E mi ha particolarmente sorpreso: quando Andor parla con gli altri membri del gruppo riguardo ai pochi giorni necessari per attuare il piano, mi aspettavo che la storia si sarebbe prolungata per diverse puntate e che questo fosse il focus della serie.
E invece mi sbagliavo.
Questa trama occupa non più di un paio di puntate, seguendo quindi una scansione temporale piuttosto coerente, senza allungarsi più del dovuto. La costruzione narrativa è avvincente e la tensione, sopratutto nell’episodio decisivo, è palpabile.
E non sono rimasta del tutto sorpresa dall’inevitabile carneficina alla Rogue One…
La fuga
La mia trama preferita rimane comunque quella della fuga dalla prigione.
Anche se i motivi per cui Andor viene incarcerato sono per certi versi pretestuosi, è una linea narrativa fondamentale per la formazione del protagonista. Infatti in questo contesto Andor smette di essere il lupo solitario e impara a lavorare in gruppo.
Ma, sopratutto, comprende l’importanza della lotta con l’Impero, che fino a quel momento non aveva sentito come propria.
Infatti la situazione in cui si trova è un’evidente esasperazione della situazione che opprime la galassia tutta, e che necessità di una ribellione.
E si comincia proprio da qui.
Inoltre ho particolarmente apprezzato il personaggio di Kino Loy, interpretato da un Andy Serkis che sono finalmente riuscita ad apprezzare per le sue doti recitative.
Probabilmente perché finalmente assume un ruolo che gli calza a pennello, non tanto diverso da quello di Cesare in Rise of the Planet of the Apes…
È solo l’inizio
La chiusura di Andor è davvero ottima.
Arrivati alle battute finali si capisce finalmente di cosa tratta la serie, anche se si è cominciato a comprenderlo solo passo dopo passo in un mare magnum di storie e personaggi: come nasce la Ribellione all’Impero, da quali sentimenti e da quali emozioni.
Infatti Andor supera quel semplicismo – pur apprezzabile e funzionante – che caratterizzava Una nuova speranza (1977) su questo argomento, che riduceva il tutto ad una lotta fra bene e male dal taglio quasi favolistico.
Al contrario in questa serie la Ribellione si arricchisce di nuovi significati, con una messinscena e delle tematiche che riescono a far sentirci sentire vicini i personaggi e le loro importantissime motivazioni.
Andor
L’altro nato negativo di Andor sono alcuni dei personaggi di contorno.
Benché si tratti di un gusto veramente personale, ci tengo a sottolineare come non tutte le figure che si muovono nella serie le ho trovate veramente interessanti, anzi a volte mi sentivo veramente disinteressata dalle loro sorti.
Dal lato degli antagonisti, ho apprezzato lo sforzo di dare un nuovo volto all’Impero con il personaggio di Dreda Meero, ma la stessa l’ho trovata in ultima analisi un villain abbastanza macchiettistico ed esplorato meno del dovuto.
Per i personaggi positivi, ho trovato veramente eccessivo lo spazio regalato a Bix, l’interesse amoroso di Andor, nonostante sia coinvolta in un racconto di prigionia e tortura piuttosto interessante e innovativo.