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A Real Pain – Crocevia

A Real Pain (2024) di Jessie Heisenberg è la sua seconda opera come regista.

A fronte di un budget minuscolo – 3 milioni di dollari – è stato nel complesso un ottimo successo commerciale: 21 milioni in tutto il mondo.

Candidature Oscar 2025 per A Real Pain (2024)

(in nero le vittorie)

Migliore attore non protagonista per Kieran Culkin
Miglior attore protagonista per Jessie Heisenberg

Di cosa parla A Real Pain?

David e Benji sono due cugini statunitensi che viaggiano in Polonia per riscoprire le loro origini ebraiche, in particolare la casa della nonna defunta. Ma è un viaggio o qualcosa di più?

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere A Real Pain?

Assolutamente sì.

A Real Pain è uno di quei film di cui ti innamori e non sai neanche perché, finché non ti accorgi che, partendo da una vicenda particolare, si racconta invece una tematica universale e vicinissima allo spettatore, ma senza imporgli nessuna morale.

Infatti la seconda opera da regista di Heisenberg è un semplice spaccato di due protagonisti che affrontano il dolore e cercano salvezza, nonostante la via per la stessa sia più sfumata e complessa di quanto si potevano aspettare.

Insomma, da scoprire assolutamente.

Contrasto

Kieran Culkin in una scena di A Real Pain (2024) di Jessie Heisenberg

L’incipit di A Real Pain è comprensibile solo alla fine.

Mentre Benji è serenamente seduto nella sala d’attesa dell’aeroporto, si rincorrono più sequenze in cui il suo compagno di viaggio, David, cerca di ripercorrere le sue tracce, visibilmente angosciato dalla prospettiva che il cugino sia anche più in ritardo di lui…

…in un inseguimento che sfocia in una definizione apparente.

Infatti, questo contrasto così apparentemente rivelatorio del carattere dei due personaggi – l’uno più disorganizzato e ritardato, l’altro più sereno e puntuale – racconta invece la profonda ansia di David nei confronti di Benji, di non saperlo ritrovare, di non poterlo salvare un’altra volta.

Benji è infatti incontrollabile.

Forza

Kieran Culkin e Jessie Heisemberg in una scena di A Real Pain (2024) di Jessie Heisenberg

Benji è una forza vitale inarrestabile.

Tutta la dinamica iniziale fra i due cugini racconta come David cerchi disperatamente di comprendere, controllare, in qualche misura persino domare il suo quasi fratello, che invece sembra l’unico che possa dettare le regole del gioco, sovrastandolo costantemente con la sua ingombrante presenza.

L’atteggiamento di Benji è infatti un continuo sparo nel buio, un vivere di istinti e senza quell’ossessione per la cautela e la razionalità ad ogni costo che invece infesta la mente di David, sempre pronto a scusarsi per il comportamento fuori luogo del cugino…

…che invece, a sorpresa, è in ogni momento vincente.

Per questo fa così paura.

Vincente

Qual è la salvezza vincente?

David segue una via più sicura, quanto più impegnativa: mettersi sulle spalle la sicurezza di una vita ordinaria, terribilmente borghese, che ai suoi occhi rende giustizia all’eredità dolorosa della sua famiglia, diventando anzi il riscatto della stessa.

Al contrario, Benji abbraccia il caos, vive alla giornata e senza meta, coglie ogni occasione per sbaragliare le carte in tavola e, al contempo, è capace di scoprire più da vicino i profondi sentimenti di ogni persona con cui si interfaccia, riuscendo a dirgli non quello che vorrebbe, ma quello di cui ha bisogno in quel momento.

 Jessie Heisemberg in una scena di A Real Pain (2024) di Jessie Heisenberg

Uno slancio che potrebbe tradursi un’altra rovinosa caduta, impressa indelebilmente nella memoria del cugino, che ha visto Benji distruggere se stesso proprio nel suo non trovare una destinazione sicura, nel suo vivere in qualche modo la vita degli altri, senza mai prendere una decisione per la propria.

E questo viaggio non lo salverà.

Crocevia

David – e lo spettatore stesso – si aspetta una redenzione di Benji.

Il viaggio dovrebbe infatti essere l’occasione per riscoprire la radice del dolore, e per saperlo così affrontare e, finalmente, domare, attraverso un percorso di simboli – come la pietra sulla tomba – che non hanno significato se non per i protagonisti stessi.

Invece l’ordinarietà della casa della nonna racconta come la salvezza alla fine del viaggio sia solo un’illusione, e che lo stesso non è altro che uno spaccato doloroso di una storia che non ha ancora trovato una propria conclusione, ma che anzi ritorna inevitabilmente al punto di partenza.

Kieran Culkin e Jessie Heisemberg in una scena di A Real Pain (2024) di Jessie Heisenberg

Proprio per questo è tanto più significativo che infine David cerchi ancora una volta di ricondurre Benji ad una destinazione sicura, prima con lo schiaffo che pensa possa essere il momento del risveglio, poi con l’invito a far parte della sua ordinarietà controllata.

Ma non è ancora il momento di Benji.

Come David infatti ritorna ad una realtà solida e sicura, e rende la pietra memoriale della nonna un altro piccolo tassello per la costruzione della stessa, al contrario il più scapestrato cugino si ferma proprio nel luogo che rappresenta di più la sua attuale condizione.

L’aeroporto è infatti un crocevia che apre a più vite possibili, il luogo per chi ancora una scelta non l’ha fatta…

…restando ad osservare la più sicura esistenza di chi li circonda.