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Air – Soldi, soldi, soldi

Air (2023), noto in Italia col sottotitolo di La storia del grande salto, è la nuova pellicola di Ben Affleck – che è anche interprete – con protagonista Matt Damon.

A fronte di un budget medio – fra i 70 e i 90 milioni – ha aperto abbastanza bene nel primo weekend: 30 milioni in tutto il mondo.

Di cosa parla Air?

Sonny Vaccaro sta cercando di rilanciare la Nike nel mercato del basket: il brand fino alla metà degli Anni Ottanta era molto molto popolare nel mercato dei bianchi statunitensi appassionati di jogging, e non altrove. E quale migliore sponsor se non la giovane promessa Michael Jordan?

Vi lascio il trailer per farvi un’idea:

Vale la pena di vedere Air?

Matt Damon e Viola Davis in una scena di Air (2023) di Ben Affleck

In generale, sì.

Air è tutto quello che potreste immaginarvi da questo tipo di prodotto: la storia di un grande successo imprenditoriale, di un fantastico boom commerciale derivato dall’intraprendenza di un uomo – il nostro eroe – che ha avuto il coraggio di scontrarsi con un ambiente ostile.

Ma è anche un prodotto con un alto livello tecnico.

La fotografia è ottima, la regia l’ho trovata molto solida e mai banale, e le interpretazioni sono di alto livello, grazie anche al proficuo sodalizio fra Ben Affleck e Matt Damon. Inoltre, product placement a parte, è una pellicola che riesce a far immergere ottimamente lo spettatore nella realtà storica raccontata.

Insomma, se avete l’occasione e vi piacciono questo tipo di film, vale una visione.

Un tuffo nel passato

Ben Affleck in una scena di Air (2023) di Ben Affleck

L’immersione nel contesto storico raccontato è indovinata fin dal primo frame.

Nell’incipit ci troviamo davanti ad una carrellata di immagini che raccontano la cultura popolare del 1984 negli Stati Uniti, dai Ghostbusters a Mr. T. Niente di diverso da tanti altri prodotti analoghi, se non fosse che la fotografia è talmente tanto indovinata che, quando il film comincia effettivamente, sembra di essere ancora davanti ad un video originale dell’epoca rappresentata.

Inoltre, appare molto evidente il tipo di sforzo produttivo e di ricerca che Ben Affleck ha compiuto sulla sua pellicola, inserendo tutti i piccoli e strani comportamenti dei personaggi – come l’abitudine di Phil Knight di stare senza scarpe e calzini – oltre a descrizioni incredibilmente specifiche degli ambienti di lavoro delle compagnie concorrenti.

Vivere un sogno

Matt Damon in una scena di Air (2023) di Ben Affleck

Sapere già la conclusione di una storia prima di cominciarla potrebbe essere fastidioso per molti.

Non per me.

Riesco piuttosto facilmente ad appassionarmi alle storie di successi imprenditoriali, soprattutto perché solitamente le conosco piuttosto superficialmente. E riesco ad essere davvero coinvolta quando sono ben raccontate – come nel caso di Air, appunto.

Le dinamiche sono piuttosto classiche: un uomo con un sogno e una passione, che si trova osteggiato su tutti i fronti. E quindi osa dove nessuno avrebbe osato, andando persino a scavalcare l’aggressivo agente di Michael Jordan per parlare direttamente con la madre dell’atleta.

Matt Damon in una scena di Air (2023) di Ben Affleck

Nonostante anche in questo caso è un racconto abbastanza didascalico, ho comunque apprezzato la scelta di mostre il protagonista che impara da quello che lo circonda, anche da conversazioni che riguardano solo marginalmente con la sua missione – come il fondamentale dialogo con George Raveling.

Diciamo che da questo tipo di racconti preferisco trarre il meglio del messaggio, ripulendolo di una retorica che invece non apprezzo particolarmente…

Air – La storia del grande salto

Guardando Air ho avuto una sorta di déjà-vu.

Mi sono sentita in maniera abbastanza simile alla mia recente visione di Top Gun – Maverick (2022): per quanto nel complesso il prodotto mi stesse piacendo e intrattenendo, mi sentivo veramente lontana dalla morale raccontata.

Nel caso di Air, la pellicola mette in scena una mentalità estremamente statunitense, incentrata sull’idea dell’impegnarsi fino allo sfinimento per raggiungere i propri obiettivi, correndo anche grandi rischi, il tutto per arrivare al successo e, soprattutto, al guadagno.

E infatti tutta la parte conclusiva parla quasi esclusivamente di soldi, soldi, soldi…

Michal Jordan Air Jordan 2023

Michael Jordan non si vede mai nel film.

Non è la prima volta che vedo la scelta di nascondere il personaggio di punta della storia – per esempio in Bobby (2006) e nel recente She said (2022) – e in questo caso personalmente mi ha convinto a metà.

Capisco le intenzioni: sarebbe stato sostanzialmente impossibile portare in scena un giovane Michael Jordan, un mito per diverse generazioni, preferendo invece lasciarlo sempre in ombra, raccontandolo tramite video reali.

Tuttavia, Jordan è comunque presente in numerose scene che lo coinvolgono in prima persona, dove però non parla mai, comportamento obiettivamente poco credibile e non costruito in maniera davvero ottimale…