Anatomia di una caduta (2023) di Justine Triet è stato uno dei film più chiacchierati della Stagione dei Premi 2024, grazie alla vittoria della Palma d’Oro a Cannes.
A fronte di un budget molto ridotto – appena 6,2 milioni di dollari – complessivamente è stato un successo commerciale: 26 milioni di incasso in tutto il mondo.
Candidature Oscar 2024 per Anatomia di una caduta (2023)
in neretto le vittorie
Miglior film
Miglior regia
Migliore attrice protagonista a Sandra Hüller
Miglior sceneggiatura originale
Miglior montaggio
Di cosa parla Anatomia di una caduta?
Samuel muore per via di una misteriosa caduta. E tutto punta verso la moglie, Sandra…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di vedere Anatomia di una caduta?
Assolutamente sì.
Anatomia di una caduta è uno splendido legal drama che riesce dove molti film del genere di riferimento falliscono: essere una storia credibile, in cui molti spettatori possono potenzialmente riconoscersi.
Infatti, in qualche modo noi stessi diventiamo i giurati che assistono alla cinica e spietata dissezione della vita della protagonista e del suo rapporto col marito, tutto tranne che chiaro, anzi piuttosto fraintendibile…
Insomma, da non perdere.
Sandra Hüller
Sandra è una cattiva madre.
Infatti, dalle prove emerge come tutto il peso della famiglia e del benessere del figlio fossero sulle spalle del marito, e di come lei fosse invece profondamente egoista e poco presente.
Ancora di più, durante il processo viene tenuta lontano dal figlio, non solo per motivazioni legali, ma anche e soprattutto per evitare che possa corrompere il bambino con le sue idee deviate.
Sandra è una ladra.
La sua colpa è di aver rubato un’idea strabiliante del marito e di averla resa sua, creando un prodotto di successo, per cui non ha mai avuto un’effettiva approvazione da parte del suo compagno.
Al riguardo, Samuel utilizza un verbo piuttosto specifico: plunder, saccheggiare, come se la moglie fosse un intruso che avesse messo le mani su una cosa sua, arricchendosi alle sue spalle…
Sandra Hüller
Sandra è una straniera.
Nonostante abbia accettato di vivere nella casa natale del marito, ancora non è capace di esprimersi chiaramente in francese, tanto da infine preferire l’utilizzo dell’inglese anche durante il processo.
Così è come se la donna e l’accusa parlassero due lingue differenti: da una parte una cauta difesa ad una situazione piuttosto fumosa e fraintendibile, dall’altra una lingua netta e feroce che la vuole mettere alla gogna.
Sandra è una traditrice.
Proprio quando il marito avrebbe avuto più bisogno di lei, ha scelto di tradirlo, prima dicendoglielo direttamente, poi agendo ancora una volta alle sue spalle – e, ancora una volta, umiliandolo.
Un tradimento che, per la sua stessa natura di ambigua bisessuale, era sul punto di compiersi sicuramente anche nel giorno della stessa morte del marito, della sua ulteriore umiliazione.
Sandra è violenta.
Da quelle registrazioni fatte alle sue spalle viene fatta apparire come un’attaccabrighe. come una donna tremendamente apatica, che ha messo le mani addosso al compagno una volta…
…e allora come potrebbe non averlo fatto una seconda?
Eppure, Sandra è la vittima.
Vittima di un uomo che non riusciva più a vivere serenamente, che aveva da tempo abbandonato un’idea costruttiva della sua vita, per farsi invece travolgere da una spirale autodistruttiva…
…in cui lui figurava come l’unica, intoccabile vittima.
Samuel Anatomia di una caduta
Samuel è la vittima.
Per anni ha cercato di sfondare, di essere una persona di successo, di creare qualcosa di concreto, qualcosa di suo, di cui potersi vantare, e non invece di cui essere semplicemente e inevitabilmente invidioso.
Così ha finito per lasciare incompiuto un possibile bestseller di grandissimo successo, proprio per quel blocco dello scrittore che nessuno sembrava capire, e per cui non ha mai ricevuto nessun aiuto.
Samuel è un papà speciale.
Benché colpevole della disabilità del figlio, ha cercato di guarirla, occupandosi direttamente della sua educazione, del dargli punti di riferimento per muoversi in uno spazio completamente nuovo.
Un lavoro che, almeno nella sua idea, gli ha permesso di intrecciare con il bambino un rapporto speciale, che altrimenti non sarebbe stato possibile, ma che al contempo gli ha impedito di essere uno scrittore di successo.
Samuel è un ottimo marito.
Un marito che ha cercato di riparare al suo matrimonio trascinando la moglie in una realtà sconosciuta e ostile, proprio per riuscire a ricostruire qualcosa – la loro nuova casa – ma, proprio come il libro, finendo per lasciarla a metà.
Come se questo non bastasse, Samuel è diventato paranoico davanti ai possibili nuovi tradimenti della moglie, che potevano avvenire in un qualunque momento, persino per via di un’innocua intervista.
Samuel è la vittima…
…ma di sé stesso.
Accorgendosi di non aver costruito la vita che desiderava, la carriera dei sogni, ha cominciato sistematicamente a piangersi addosso, a cercare i veri colpevoli del suo fallimento.
E così ha messo in scena l’omicidio perfetto, in cui pezzi del puzzle meticolosamente scelti andavano a raccontare un matrimonio violento e ostile, una vita sofferta, ma un uomo che non si era mai arreso…
…all’idea di punire la moglie, persino da morto.