Star Wars: La minaccia fantasma (1999) di George Lucas – denominato retroattivamente Episodio I – è il primo capitolo della cosiddetta trilogia sequel.
Già con questo film – come prevedibile – il budget aumentò notevolmente, e di conseguenza anche gli incassi: si portò a casa più di un miliardo di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di appena 115 milioni.
Di cosa parla Star Wars: La minaccia fantasma?
Diversi decenni prima di Una nuova speranza, il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn e il suo giovane Padawan, Obi-wan Kenobi, si recano in missione diplomatica con la Federazione. Ma la negoziazione non va come si aspettano…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di vedere Star Wars: La minaccia fantasma?
Dipende.
Personalmente La minaccia fantasma è il capitolo che meno apprezzo complessivamente di tutta la saga di Star Wars – secondo forse solo a L’ascesa di Skywalker (2019). E, più in generale, non apprezzo la trilogia prequel per diversi motivi. E non è neanche il capitolo da cui consiglierei di partire ad un neofita.
In realtà, per la visione di Star Wars mi limiterei alla saga originale.
Tuttavia, se volete fare i completisti e avere una visione d’insieme almeno dell’universo cinematografico della galassia lontana lontana, guardatelo – magari potrebbe pure piacervi. Se invece non sapete niente di Star Wars, ho qui una guida pronta per voi.
Un eroe già formato
Nonostante il personaggio di Anakin sia universalmente odiato per la scarsa interpretazione di Hayden Christensen nei successivi capitoli, io vado controcorrente e vi dico che non lo sopporto già da Episodio I.
La bellezza di Luke come protagonista era proprio la sua propensione alla Forza, che però doveva essere modellata per farne un Cavaliere Jedi, così da riuscire anche a sconfiggere i suoi demoni.
Al contrario, Anakin viene raccontato subito come il prescelto e come il classico insopportabile bambino prodigio.
Mi rendo conto della necessità di introdurre il futuro antagonista della saga come dotato di incredibili poteri, raccontandone fin da subito la potenziale pericolosità, così da rendere gli spettatori affezionati quasi complici della disfatta futura.
Tuttavia, avrei preferito che non si scegliesse la strada più semplice.
Infatti, di per sé il giovanissimo Anakin non si dimostra tanto sensibile alla Forza, ma più che altro un prodigio in tutt’altro, cercando di fare una sorta di foreshadowing alle capacità che poi saranno anche proprie del figlio.
E, come se non bastasse, in questo film è quasi un secondario.
La politica al centro
Per tutta la visione della pellicola, ho avuto come la sensazione che non sapessero cosa raccontare.
Infatti, la trama gira principalmente intorno a questa intricata situazione politica, che ho personalmente trovato più noiosa che intrigante. Inoltre, è evidente che la stessa serve ad introdurre il personaggio di Palpatine e la sua ascesa al potere…
…ma anche per questo avrei preferito una gestione diversa.
Tanto più che in questo modo le vicende di Anakin diventano quasi secondarie ed accessorie, puramente introduttive. Fra l’altro inserendo una complessa costruzione narrativa che porta alla sua liberazione da schiavo, che io avrei serenamente evitato.
Ed è ancora più paradossale che la vicenda politica appaia centrale, pur essendo di fatto superflua nel grande schema della trilogia, oltre a proseguire assai lentamente e a mettere in secondo piano anche l’importantissimo personaggio di Obi-Wan.
Era così difficile una più semplice, ma efficace gestione alla Episodio IV?
Dove sono i Jedi?
La così ampia presenza della trama politica è soffocante anche per uno degli elementi più iconici della saga.
I combattimenti con le spade laser.
Se ne vedono infatti non più di due – uno molto veloce all’inizio, poi l’ampia scena dello scontro sul finale. E, se comunque il duello con Darth Maul è piuttosto spettacolare, si trova all’interno di una sequenza di combattimento davvero troppo dispersiva.
In generale, sono rimasta veramente stupita per come, per certi versi, questo film si auto saboti: se insiste – in maniera anche abbastanza patetica – su diversi momenti di puro fanservice, al contempo si dimentica di quello che rendeva questa saga così interessante…
Jar Jar Binks Star Wars
Con questa sezione voglio aprire e chiudere la questione di Jar Jar Binks.
Il suo personaggio è uno degli elementi più odiati della saga prequel – secondo solo alla recitazione di Hayden Christensen. E i motivi sono piuttosto evidenti: è un personaggio che vorrebbe essere buffo, ma che risulta solo insopportabile e fastidioso.
Un chiaro esempio di un tentativo davvero fallimentare di introdurre una spalla comica, che facesse le veci di C-3PO e R2-D2 per la saga originale. Tuttavia, ne risulta un personaggio che non ha un’unghia del fascino dei suddetti…