The Fighter (2010) di David O’Russell è un dramma familiare che racconta la vera storia del pugile Micky Ward.
A fronte di un budget di 11 milioni di dollari, è stato un ottimo successo commerciale: 129 milioni di dollari in tutto il mondo.
Di cosa parla The Fighter?
Micky, una potenziale stella del pugilato, deve vivere nell‘ingombrante ombra dello sgangherato fratello maggiore…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di vedere The Fighter?
Assolutamente sì.
Mi sento di consigliarlo in maniera così sentita perché The Fighter non è altro che un dramma familiare con un pizzico di film sportivo – proprio i due generi che più difficilmente riescono a convincermi, a meno che non si tratti di film di particolare valore.
E la pellicola di O’Russell è riuscita a conquistarmi proprio per la sua scrittura azzeccata e mai eccessiva sul lato drammatico, ma che anzi racconta una appassionante storia di presa di consapevolezza nell’aspro sfondo della provincia americana.
Insomma, da riscoprire.
Eroe
Dickie è un eroe?
Il suo personaggio riesce ad elevarsi dall’aridità del suo mondo proprio perché gli basta pochissimo: per un gruppo così sgangherato e senza speranza di redneck è sufficiente essersi anche di poco avvicinati alla fama per diventare delle leggende viventi.
E, di conseguenza, tutto il resto sparisce.
Spariscono così le evidenti dipendenze di Dickie, sparisce il suo essere scostante e scorretto nei confronti del fratello, e scompare anche la disordinata vita criminale che il personaggio porta avanti sotto gli occhi di tutti.
E, di conseguenza, sparisce anche Mickie.
Ombra
Mickie vive nell’ombra del fratello.
Il protagonista non può essere altro che un’estensione, la versione depotenziata del fratello campione, che sta cercando timidamente di inseguire una fama già propria di Dickie, apparendo per questo un eterno secondo.
Oltretutto, seguire il fratello – e la sua famiglia in generale – lo fa partire già in svantaggio.
Forti della convinzione di essere riusciti a conquistare quel briciolo di fama senza una particolare programmaticità, i parenti di Mickie continuano a spingerlo in situazioni in cui è inevitabilmente destinato a perdere…
…al punto da portarlo alla nomea di essere l’eterno perdente che diventa il pugile sacrificale per permettere ai suoi contendenti di salire di livello, proprio per la sicurezza che non potranno mai essere battuti.
Eppure, evadere il seminato è impossibile.
Intrusa
Charlene è un’intrusa.
La sua relazione con Mickie è l’occasione per il protagonista per cominciare ad aprire gli occhi, per capire quanto la sua famiglia sia inutilmente aggressiva ed ingiustamente convinta di poterlo far vincere secondo i propri metodi.
Ed è anche più grave perché la ragazza non si lascia mai mettere i piedi in testa, anzi prende la parola al posto di Mickie – in più occasioni ammutolito ed impotente – e arriva ad abbassarsi al livello della famiglia del suo fidanzato senza particolari remore.
Ma la soluzione non è così semplice.
Ancora fin troppo legato alla figura mitica del fratello, a Mickie serve vederlo sbattuto in prigione per il suo ennesimo piano sgangherato per scegliere finalmente di smarcarsi dai suoi consigli, e prendere una strada apparentemente più vincente.
La situazione sembra arrivare ad un capolinea con la trasmissione del documentario, che depotenzia definitivamente la leggenda di Dickie, riducendolo a mero tossichello di provincia – e che viene usato dalla ex-moglie di Mickie per svalutarlo indirettamente agli occhi della figlia.
Compromesso
L’ultimo atto di The Fighter è splendido.
Arrivato sul ring sicuro di poter vincere grazie alla sua nuova tecnica, Mickie raggiunge una sorta di epifania, che lo porta a rendersi conto che non potrà mai veramente vincere senza seguire i consigli fondamentali del fratello, che rimane il convitato di pietra per tutto il tempo.
E, se il suo voler avere un piede in due scarpe non viene accettato da nessuna delle due parti, a sorpresa la presa di consapevolezza di Dickie è determinante per riuscire a portare il fratello alla vittoria, per riuscire finalmente a spalleggiarlo…
…e mettersi così da parte.
In questo ultimo atto Dickie infatti comincia a spogliarsi di quell’eroismo di cui sia la sua comunità, sia il fratello stesso si nutriva, a mettere in discussione le sue presunte vittorie – in realtà nient’altro che biechi colpi di fortuna.
Così il leggendario fratello maggiore rimane saldo ai lati del ring, accompagna e conferma la gloria del protagonista e, durante l’intervista doppia, esce volontariamente di scena, per lasciare tutto lo spazio necessario alla vera star che merita di essere celebrata.