1899 è una serie tv Netflix creata da Baran bo Odar e Jantje Friese, gli stessi autori della serie di successo Dark. E, non a caso, vanno ad impelagarsi negli stessi problemi della terza stagione del prodotto che li ha resi famosi…
Al momento è una delle serie di punta della piattaforma, nella Top 10 dei prodotti più visti nella settimana a seguito della sua uscita. E non c’è da stupirsi, per quanto è stata pubblicizzata.
Di cosa parla 1899?
1899, Maura Franklin, neurologia, si trova a bordo del Kerberos, un transatlantico che viaggia in direzione degli Stati Uniti. Ma il viaggio si interrompe improvvisamente per il contatto con il Prometheus, nave che era andata dispersa per quattro mesi…
Vi lascio il trailer per farvi un’idea:
Vale la pena di guardare 1899?
È una domanda molto difficile a cui rispondere senza fare spoiler.
Diciamo che in generale non è una serie che mi sento di sconsigliare, ma neanche così imperdibile. Ha una struttura narrativa interessante per due terzi della sua durata, poi si perde abbastanza inesorabilmente sul finale, ovvero il punto più delicato…
Se vi piacciono serie mistery molto dark e dal sapore gotico, potrebbe essere la serie per voi. In alternativa potrebbe farvi incredibilmente arrabbiare…
Un lento mistero
Partiamo dai punti più o meno positivi.
La struttura narrativa è interessante e per la maggior parte del tempo ben bilanciata: avendo fra le mani moltissimi personaggi da gestire, gli autori sono stati capaci di creare un piccolo background per tutti loro, rivelandolo poco a poco e in maniera sicuramente interessante.
E ho apprezzato che la rivelazione sia appunto molto naturale, che venga raccontata da frasi ben posizionate dei personaggi nei loro dialoghi.
Ma proprio su questo punto si crea il problema.
Il disinteresse
Come riuscivo ad interessarmi e in parte anche ad appassionarmi per certi versi alla storia di questi personaggi, appena ho scoperto che la storia era ambientata in una simulazione, mi è sceso tutto l’interesse.
Se è tutto finto, perché mi dovrebbe interessare di questi personaggi?
Con ogni probabilità il loro background è tutto inventato a uso e consumo della simulazione stessa. E probabilmente, visto la carrellata finale sui protagonisti collegati alla simulazione, è probabile che la maggior parte dei personaggi terziari, come la madre di Ling Yi, siano in realtà una sorta di NPC, ovvero esistono solo all’interno della simulazione stessa.
Motivo in più per cui alla fine ero totalmente disinteressata.
Un mistero sprecato
Allo stesso modo tutto il mistero, con le sua peculiarità e gli elementi di fascino, è del tutto buttato via verso la fine della stagione.
Infatti proprio verso la fine sempre la rivelazione che è tutto finto, rende di fatto del tutto inutile il mistero del Prometheus. Perché lo stesso non era altro che una costruzione, un modo quasi per tenere impegnati i personaggi. E, allo stesso modo, un elemento costruito ad uso e consumo dello spettatore, ma, in fin dei conti, totalmente inutile.
E se lo spettatore sente di aver perso il proprio tempo…
Un bagaglio troppo ingombrante
In ultima analisi, gli autori si sono incartati da soli.
Se vengono messi troppi strati ad una narrazione e, sopratutto, ad un mistero, diventa alla lunga troppo difficile districarsi. E infatti sul finale sembra che tutto sia sfuggito di mano.
Il villain principale è per la maggior parte del tempo il padre, poi si rivela che il realtà era Maura stessa con un colpo di scena che poteva anche funzionare. Se non fosse che si aggiunge un altro strato.
Ed è lì che il bagaglio diventa troppo ingombrante.
E un’eventuale seconda stagione dovrebbe non solo spiegare in maniera convincente tutta la sovrastruttura, ma raccontare praticamente da capo tutta la storia di personaggi secondari.
A meno di non volersene dimenticare…
Netflix all’attacco!
Ho purtroppo idea che il motivo di questa inutile complicatezza sia dovuta a necessità produttive.
Magari gli autori avevano questa idea nel cassetto, l’hanno proposta a Netflix e la piattaforma gli ha chiesto di fare un paio di stagioni. E per questo hanno dovuto sovraccaricare la narrazione di ulteriori elementi che rendessero possibile una continuazione.
Ma di fatto sono andati a snaturare gli elementi chiave della loro stessa creazione…
Cosa succede nel finale di 1899?
Nel finale ci sono di fatto due rivelazioni.
La prima è che il Creatore è in realtà Maura stessa, che aveva creato un mondo virtuale dove poter vivere col figlio morente. Tuttavia, scopriamo anche che il mondo è in realtà controllato da Ciaran, il fratello sempre nominato dalla protagonista.
E alla fine Maura si trova su una astronave nello spazio, nell’anno 2099, e il fratello stesso le dà benvenuto nella realtà reale.
Quindi il fratello era il vero villain tutto il tempo?
Non so se ho interesse a scoprirlo, a questo punto…