Avatar – La leggenda di Aang (2005-2008) di Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko è una serie animata di produzione statunitense, ma con grandi influenze derivanti dal panorama orientale.
In Italia la serie è andata in onda sul canale Nickelodeon fra il 2005 e il 2010.
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Avatar – La leggenda di Aang guida alla visione
Piccola guida alla visione se non avete mai visto Avatar – La leggenda di Aang
Di cosa parla la serie
La storia di Avatar – La leggenda di Aang ruota intorno ad un nutrito gruppo di personaggi, di cui i principali sono i due fratelli Sokka e Katara, oltre al giovane Aang.
Quest’ultimo è l’Avatar che si credeva morto da un secolo, destinato a sconfiggere il malefico Signore del Fuoco, Ozai, che prosegue una guerra centenaria per il dominio del mondo.
L’ambientazione
Avatar – La leggenda di Aang è ambientato in un mondo immaginario, popolato da creature fantastiche e dai bender, capaci di piegare i diversi elementi – acqua, aria, fuoco e terra.
Il più potente fra tutti è l’Avatar, creatura leggendaria che si reincarna ogni generazione in una persona diversa, capace di padroneggiare tutti e quattro gli elementi.
La struttura
Avatar: La leggenda di Aang è composta da tre stagioni di circa venti puntate ciascuna, dedicate ognuna ad un elemento – acqua, terra e fuoco – che Aang deve imparare a padroneggiare.
Le puntate sono solitamente autoconclusive, ma sono tendenzialmente tutte collegate alla macrotrama o della stagione o dell’intera serie, con anche delle piccole duologie, trilogie o addirittura quadrilogie di episodi.
Vi è anche una serie sequel, La leggenda di Korra, ambientata circa settant’anni dopo gli eventi della serie principale, con protagonista la nuova incarnazione dell’Avatar, la giovane Korra.
Personalmente non ho mai visto questa serie, in quanto ne ho sempre sentito parlare malissimo…
Perché guardare la serie
La serie si presenta apparentemente come un prodotto pensato per i giovanissimi, ma in realtà racchiude al suo interno diverse tematiche di grande interesse e storie che possono facilmente intrattenere anche un pubblico più maturo.
Più in generale, si tratta di un prodotto con una storia complessiva davvero intrigante, frammentata in piccole vicende, che però ben si uniscono nell’arazzo narrativo della serie.
Insomma, da non perdere!
Avatar – La leggenda di Aang Aang
Aang è il protagonista perfetto.
Sarebbe stato terribilmente ingenuo scegliere come protagonista un Avatar già formato e maturo, già addestrato per sconfiggere il Signore del Fuoco, senza bisogno di un particolare arco evolutivo.
Invece il personaggio di Aang funziona proprio in quanto sembra un ragazzino qualunque, sicuramente con una particolare inclinazione alla dominazione degli elementi, ma anche tormentato da grandi dubbi e insicurezze.
Alienazione
Il primo grande trauma che Aang che deve affrontare è l’alienazione.
Anche dopo aver appreso di essere rimasto in uno stato di ibernazione per un secolo intero, il personaggio fatica in più momenti, particolarmente nella prima stagione, a riuscire ad accettare il nuovo presente.
Un trauma che si nota particolarmente in Il ciclo degli Avatar (1×03) – quando il ragazzino insiste per visitare il suo tempio, per scoprire che tutti gli airbender sono stati sterminati – ma anche in Il Tempio dell’Aria del Nord (1×17).
Questa è infatti una delle poche occasioni in cui Aang si dimostra piuttosto immaturo: nella puntata, davanti ai pesanti cambiamenti che uno dei templi della sua gente ha dovuto subire, si scaglia contro i finti airbender colpevoli di questo sfregio.
Questo episodio, come anche Bato della Tribù dell’Acqua (1×15) – in cui mente ai suoi amici per non farsi abbandonare – rappresentano le ultime tappe con cui il personaggio riesce a riappacificarsi con un mondo ormai mutato.
Urgenza
Aang vive in un senso di urgenza.
Il protagonista arriva in qualche modo a pagare la sua forzata uscita di scena per un secolo intero dovendo trovare metodi nuovi e spesso imprevedibili per riuscire a diventare un Avatar a tutti gli effetti.
Una corsa ad ostacoli, e di tutti i tipi: si passa dall’allenamento con Katara, che sulle prime si dimostra quasi gelosa della facilità con cui Aang riesce a apprendere la tecnica di water bending in Il dominio dell’acqua (1×09)…
…alla brutalità dell’allenamento di Toph, ragazzina prodigio dell’earth bending, che sceglie la via più dura per insegnargli una tecnica così estranea a quella nativa di Aang in Il dominio della terra (2×09)…
…fino alla grande prova di maturità nel lasciarsi insegnare il fire bending da Zuko, dimostrandosi l’unico personaggio che fin da subito accetta di accoglierlo nel gruppo, proprio per la sua costante tendenza di vedere il buono in tutti.
Crescita
Aang vive un momento di transizione.
Il protagonista proviene da un passato in cui aveva già dovuto crescere troppo in fretta, distinguendosi in pochissimo tempo sia dai suoi compagni, sia dai suoi stessi maestri.
Significativi in questo senso i dolorosi flashback che raccontano come la sua vita cambiò profondamente da quanto gli fu rivelata la sua vera natura prima del tempo, vista la situazione politica di grande emergenza.
Un momento di crescita che si concretizza soprattutto nell’amore nei confronti di Katara, spalmato nel complesso della serie e caratterizzato da diversi momenti di grande angoscia.
L’innamoramento apparentemente non ricambiato e le difficoltà legate alla giovane età trovano il loro coronamento nella piacevolissima puntata Lo spettacolo teatrale (3×17), in cui non solo Aang viene interpretato da una donna, ma la stessa mette in scena sua più grande paura.
Ovvero, essere visto solo come un fratello minore.
Macigno
L’amore per Katara è fondamentale.
Questi primi turbamenti sentimentali infatti non sono un semplice elemento di contorno, ma invece la più importante rappresentazione del profondo legame di Aang con la realtà materiale, da cui fatica a distaccarsi.
Per arrivare infatti ad essere pronto per affrontare il Signore del Fuoco, entrando così nel suo Stato dell’Avatar, il protagonista dovrebbe essere capace di lasciarsi tutti i turbolenti sentimenti terreni alle spalle, così da affrontare lo scontro con un’inedita lucidità mentale.
Ma, come si vede in Il guru (2×19), Aang non è ancora pronto.
Ma, forse, nessun Avatar lo è veramente stato.
Proprio alla vigilia dello scontro finale, il protagonista prova a confrontarsi con le sue precedenti incarnazioni, per riuscire a trovare una via d’uscita da quella che sembra una conclusione inevitabilmente sanguinaria.
E tutti gli ex-Avatar gli raccontano come raramente siano riusciti a lasciarsi alle spalle i loro sentimenti, sia positivi che negativi, per riuscire a portare a termine senza rimpianti la loro missione.
Scelta
Ma Aang sceglie una strada propria.
Nonostante sia stato spinto da ogni parte – dai suoi compagni e dagli Avatar stessi – a uccidere il suo nemico, il protagonista sceglie di mettere la prima pietra del nuovo mondo nel segno della pace, e non dell’ulteriore violenza.
È infatti fondamentale per la maturazione di Aang capire come vuole essere un Avatar, imparando sia dalle esperienze passate dei suoi maestri, ma anche dai loro fondamentali errori.
Memore anche degli insegnamenti dei draghi in I maestri del dominio del fuoco (3×13), che gli hanno svelato la vera natura del fire bending, la grande vittoria di Aang è il riuscire a riconnettersi con le radici del dominio degli elementi.
Così il giovane Avatar sceglie di privare Ozai di un potere che non si meritava, proprio per averlo reso un’arma distruttiva, strappandola dalla sua originaria natura di fonte di vita.
Avatar – La leggenda di Aang Katara
Katara si rispecchia perfettamente nel suo elemento.
Infatti, come l’acqua può essere strumento di guarigione e di vita, può anche diventare una forza violenta e imprevedibile.
Radici
Le radici della sua personalità si trovano nel suo passato.
Nata in un contesto politico piuttosto turbolento, in cui la caccia era aperta sia nei confronti degli airbender, sia dei i waterbender come lei, in giovanissima età ha perso uno dei più importanti affetti: la madre, finita sotto al gioco della Nazione del Fuoco proprio per salvarle la vita.
Questo evento, unito alla perdita per molto tempo della figura paterna, ha spinto il personaggio non solo a maturare prima del tempo, ma soprattutto ad assumere un ruolo di grande responsabilità all’interno della sua famiglia.
Unire
Un ruolo che diventa in seguito fondamentale.
A fronte di due personaggi così immaturi – anche se per motivi diversi – come Aang e Sooka, in più momenti l’intervento pacificatore e maturo di Katara risulta spesso indispensabile per la risoluzione di diverse situazioni e conflitti.
Questo elemento si ritrova anche nei suoi poteri curativi – che scopre in Il maestro del dominio del fuoco (1×16) – altrettanto importanti, anzi indispensabili in numerosi momenti della trama – in particolare in Il Regno della Terra è sconfitto (2×20), quando riporta in vita Aang.
Tuttavia, il suo carattere diventa problematico con Toph.
In Il dominio della terra (3×09) – in cui Toph insegna in maniera fin troppo dura a Aang – quanto in La fuggitiva (3×07) – quando la ragazzina diventa protagonista di un sistema di truffe – Katara cerca inutilmente di domarla.
In questa occasione si trova anche a riflettere proprio su questo ruolo materno che ha inevitabilmente assunto all’interno del gruppo, ma che inevitabilmente le sta anche stretto.
E, infatti, Katara è molto più di questo.
Indomabile
Come l’acqua è un elemento di unione, è anche una forza incontrollabile.
E così è anche Katara.
Assumere un ruolo così importante nella sua famiglia, e poi anche nel gruppo, più che una madre l’ha resa una leader difficile da scalzare, tanto da diventare infine una maestra del water bending.
Questa sua forza incontenibile si nota particolarmente in Il maestro del dominio dell’acqua (1×18), quando viene ingiustamente esclusa dall’apprendere il dominio dell’acqua da Pakku…
…con cui si scontra direttamente, nonostante non abbia ancora le capacità di fronteggiarlo, nonostante questo metta in discussione l’addestramento di Aang, non volendo per nessuna ragione farsi sottomettere da una regola ingiusta.
Tentazione
Nonostante il suo carattere indomito, Katara è anche un personaggio estremamente saggio.
Questa sua maturità si nota in particolare nei momenti in cui viene tentata nell’intraprendere la via più violenta e irrazionale: anzitutto in Il lato oscuro della Luna (3×08), in cui Hama cerca di convincerla a praticare il blood bending.
Infatti, questa donna rappresenta la strada peggiore che il suo personaggio avrebbe potuto intraprendere: lasciarsi divorare dall’odio verso la Nazione del Fuoco, e così vendicarsi nei modi peggiori possibili.
La stessa maturità si trova anche nel rapporto con Zuko.
Se in La trasformazione di Zuko (3×12) Katara rifiuta con rabbia il suo presunto cambiamento, proprio sentendosi tradita e non volendo farsi ulteriormente ingannare da false promesse…
…il loro rappacificamento passa per un’altra tentazione di vendetta: in I predatori meridionali (3×16) il principe le offre la possibilità di vendicarsi del colpevole del suo più importante trauma: la morte della madre.
E invece Katara sceglie di non infierire ciecamente su un uomo che si è già distrutto da solo.
Avatar – La leggenda di Aang Sokka
Sokka è apparentemente solo il comic relief di Avatar: La leggenda di Aang
In realtà, per quanto sia protagonista della maggior parte dei momenti comici della serie, nel corso degli episodi il suo personaggio intraprende un percorso di evoluzione ed autodefinizione.
Limiti
Sokka è un personaggio che inizialmente si definisce per i suoi limiti.
Se per la sorella l’evento più significativo per la sua maturazione è la perdita della madre, per Sokka il più grande trauma è il non aver potuto seguire in guerra il padre perché limitato dalla sua giovane età.
Eppure questa stessa circostanza gli ha permesso, al pari di Katara, di gettare le basi per la sua evoluzione come leader e stratega, elemento che emergerà sempre più nel corso della serie.
Tuttavia, inizialmente Sokka presenta una mentalità molto limitata.
Avendo vissuto per buona parte della sua vita in una realtà – la sua tribù – sguarnita di guerrieri di ogni tipo – che fossero i soldati del padre o i benders – il personaggio è legato ad un’idea di divisione sociale fra uomo e donna molto stringente.
Una mentalità che viene presto fugata dall’incontro con Suki in Le guerriere di Kyoshi (1×04), quando viene messo al tappeto da un gruppo di femmine molto più abili di lui, a cui sceglie infine di unirsi per migliorare la sua tecnica di combattimento.
Ruolo
Nel proseguire della serie, Sokka vuole sempre più fuggire il ruolo di elemento comico del gruppo.
Trovandosi infatti sempre più circondato da benders di grande abilità, durante la permanenza nella Nazione del Fuoco il ragazzo sceglie infine di diventare anche lui abile in qualcosa: l’arte della spada.
Così, nella splendida L’arte del combattimento (3×04) Sokka si congeda temporaneamente dal gruppo per diventare allievo di un insegnante irreprensibile, ma che infine gli permette di coronare il suo sogno.
Tuttavia, la sua assenza ne sottolinea l’importanza.
Se infatti fino a quel momento Sokka sembrava solamente un simpatico contorno delle avventure dei veri protagonisti della storia, in realtà gli stessi, proprio durante la sua assenza, si rendono conto di quanto il ragazzo sia un elemento chiave del gruppo.
Così, ad un livello più generale, la puntata ci racconta come Avatar: La leggenda di Aang senza Sokka non sarebbe la stessa cosa…
Riconoscimento
Gran parte della maturazione di Sokka passa attraverso il padre.
Il bruciante ricordo di non essere stato coinvolto in una guerra in cui desiderava dimostrare il suo valore, oltre al mancato momento di passaggio della sua tribù – che riesce a rimediare in Bato e la tribù dell’acqua (1×15) – è fonte di grande turbamento per il suo personaggio.
Non è un caso che infatti Sokka conservi gelosamente il boomerang regalatogli dal padre, una sorta di promessa di ricongiungimento futuro.
E in effetti questo ricongiungimento avviene, e nel migliore dei modi: in ogni occasione il padre offre al figlio finalmente l’occasione per dimostrare le sue abilità di stratega e leader…
…nonostante non manchino anche i momenti in cui Sokka si sente in difetto rispetto al genitore – in particolare in L’invasione (3×10), quando il ragazzo si dimostra incapace di incoraggiare le truppe prima della battaglia, e viene sostituito per questo dal padre.
Ma i fatti parlano da sé: gran parte della vittoria nella battaglia conclusiva della serie è dovuta proprio all’abilità strategica di Sokka, che imbastisce un complesso ma azzeccato piano di attacco per sconfiggere la Nazione del Fuoco.
Avatar – La leggenda di Aang Zuko
Zuko è un personaggio in continua lotta contro sé stesso.
Infatti, il suo arco evolutivo è indubbiamente quello più affascinante dell’intera serie.
Dubbio
Le radici del dubbio risiedono nella sua stessa infanzia.
Infatti, Zuko viveva, per così dire, fra due fuochi: da una parte l’aspro trattamento del padre, che non solo prediligeva la sorella, Azula, ma che proprio disprezzava apertamente il suo primogenito, perché non abbastanza degno di essere tale.
D’altra parte, le dolci cure della madre lo spingevano ad assecondare gli istinti buoni che puntellano la sua infanzia e la sua esperienza nella serie in generale: la spinta inevitabile ad aiutare gli altri, a non assecondare la gratuita cattiveria di Azula…
Questa situazione diventa sempre più insopportabile più il dominio del padre sulla sua vita e sulla nazione diventa inarrestabile: non a caso, la presunta morte della madre si accompagna all’ascesa al potere di Ozai, deciso a continuare il centenario progetto della sua famiglia di dominare il mondo.
In questa realtà così violenta e ostile, Zuko non riesce a trovare il suo posto, anzi si stupisce davanti alla continua ed immotivata ferocia dei personaggi che lo circondano, fino ad essere punito, anzi marchiato ed esiliato dallo stesso padre.
Ossessione
Ozai non voleva che Zuko tornasse mai più in patria.
Il Signore del Fuoco era infatti convinto che ormai l’Avatar fosse storia passata, visto il secolo di assenza di questa figura mitologica dalla scena politica, e proprio per questo lo rende il lasciapassare impossibile per il ritorno del figlio in patria.
Tuttavia, Zuko non si arrende.
Lo svilupparsi della sua ossessione e del suo conseguente incattivimento caratterizzano particolarmente il suo personaggio nella prima stagione, quando si dimostra disposto a tutto pur di diventare il salvatore della sua patria.
Un comportamento che viene osservato con una certa preoccupazione dal ben più saggio Iroh, che si dimostra invece del tutto disinteressato al ritorno a quella patria che l’ha derubato del suo unico figlio.
Metamorfosi
La seconda stagione è il primo atto della sua metamorfosi.
Nonostante gli avvertimenti di Iroh, in Potenza e vulnerabilità (2×01) Zuko si getta nelle braccia di Azula, apparente promotrice del suo ritorno in patria, in realtà la sua aguzzina, invitata dal padre stesso per catturare il figlio traditore.
Questo voltafaccia è il passo finale per tagliare – o almeno tentare di farlo – definitivamente i ponti con la Nazione del Fuoco, scegliendo proprio di tagliare il codino che ne raccontava l’appartenenza regale.
Tuttavia, i tentativi di adattamento di Zuko sono ancora una volta ambigui.
Nel suo soggiorno nella Nazione della Terra il ragazzo riesce mal ad adattarsi a questa nuovo stile di vita, pur con qualche timido tentativo – come nella in I racconti di Ba Sing Se (2×15), quando accetta di uscire con Jin.
Tuttavia, la sua ambiguità infine si risolve in una situazione almeno apparentemente positiva, quando in Il lago Laogai (2×17) decide di liberare Appa, ancora una volta lasciandosi guidare dai già citati istinti positivi.
Ritorno
Alla fine della seconda stagione, sembra che Zuko abbia finalmente accettato la strada più giusta.
Un cambiamento ben raccontato nell’acceso confronto con Katara in Il Regno della Terra è sconfitto (2×20), quando la stessa è pronta ad usare la sua fiala di acqua spirituale per curare quella terribile cicatrice che il personaggio deve portarsi addosso.
Al contrario, un cambio di fazione dell’ultimo momento porta infine il principe a tornare nelle braccia accoglienti della sua patria, combattendo al fianco di Azula e così garantendosi il ritorno alla Nazione del Fuoco come eroe di guerra.
Tuttavia, è una situazione fragile.
Azula ha malignamente premiato Zuko dandogli il merito di aver ucciso l’Avatar, piuttosto sicura che Aang non sia veramente morto, così da lasciarsi una porta aperta in futuro per riuscire nuovamente ad umiliare il fratello.
In generale, la situazione apparentemente ideale di essere nelle grazie del padre sta sempre più stretta al principe, soprattutto per l’angosciante consapevolezza di aver contribuito a far imprigionare Iroh.
Eppure, è proprio grazie ad Iroh che riesce definitivamente a redimersi.
Identità
La scoperta di essere discendente dell’Avatar Roku getta una luce totalmente nuova sulla personalità di Zuko, che finalmente capisce da dove deriva questa sua tendenza verso il bene, e di come l’amicizia fra lui e Aang non solo sia possibile, ma assolutamente auspicabile.
Per questo in L’eclissi (3×11) sceglie definitivamente di distaccarsi dal padre, anche con una certa violenza, dimostrando di poterlo finalmente contrastare, e dandosi alla fuga alla ricerca dell’Avatar, per diventare il suo maestro di firebending.
Ma ci sono ben due ostacoli nel suo cammino.
Se da una parte Zuko deve lottare con tutte le sue forze per riuscire ad essere credibile come alleato di Aang, dall’altra questa sua nuova propensione verso il Team Avatar sembra aver spento quella furia che lo infiammava e che gli permetteva effettivamente di utilizzare i suoi poteri.
Ma questa apparente mancanza, in I maestri del dominio del fuoco (3×13) è in realtà l’occasione per Zuko per finalmente capire la vera originate dei poteri del fuoco – non distruttivi, ma creativi – proprio dalla saggezza dei più antichi firebender, i draghi.
Coronamento
Il coronamento del suo personaggio si definisce in due momenti delle puntate finali.
Il primo momento significativo è il ricongiungimento con Iroh in Gli antichi maestri (3×19): lo zio non ha la minima esitazione a riaccoglierlo fra le sue braccia, proprio perché profondamente orgoglioso della sua maturazione.
Inoltre, in questa occasione Iroh gli spiega che proprio lui dovrebbe essere il nuovo Signore del Fuoco, avendo dimostrato di sapersi liberare della pesante eredità della sua famiglia, orientandosi invece verso una visione del mondo più pacifica e costruttiva.
Ancora più significativo è lo scontro con Azula.
In Un mondo nuovo (3×21), quando potrebbe approfittarsi dell’accanirsi della sorella su Katara con i fulmini…
…Zuko sceglie invece di farle da scudo umano, dimostrando ancora una volta che i suoi istinti positivi hanno ormai del tutto preso il sopravvento su quel desiderio bruciante di vendetta e rivalsa che lo caratterizzava in passato.
Per questo, in ultimo il nuovo Signore del Fuoco riesce a rimodellare il mondo con un’idea di pace, con a fianco Aang, ricreando in un certo senso quell’amicizia fraterna e prematuramente spezzata fra Roku e il suo bisnonno, Ozin.
Iroh Avatar: La leggenda di Aang
Iroh è un personaggio molto sottovalutato.
Infatti, non solo è una delle figure più interessanti di Avatar: La leggenda di Aang, ma è anche quella che riserva maggiori sorprese.
Diverso
Iroh è figlio di una famiglia violenta.
Discendente dall’iniziatore della guerra – Sozin, suo nonno – e da quello che ha scelto di continuarla – Azulon, il padre – come primogenito ed erede al trono di una famiglia così ambiziosa non poteva fare altro che adattarsi ed ereditarne i costumi.
Eppure, proprio come Zuko, anche Iroh si sente fuori posto.
Il suo percorso di maturazione passa attraverso il riuscire a guardare oltre alla cecità della sua discendenza, concentrata unicamente sul potere del fuoco e sull’espansione politica.
Infatti, fin da giovane Iroh ha viaggiato per il mondo, riuscendo sia ad attingere al vero potere del fuoco tramite gli insegnamenti dei leggendari draghi, sia comprendendo le potenzialità degli altri elementi.
Ma non basta.
Rottura
Il punto di rottura per Iroh è la morte del figlio.
Fiducioso di essere vicino al coronamento della sua carriera politica e militare, il Generale riesce a conquistare Ba Sing Se, ottenendo così un grande successo politico, ma anche una profonda tragedia personale.
Resosi conto di non essere disposto, a differenza del fratello, a rinunciare ai suoi affetti a favore della scalata politica, Iroh comincia a farsi da parte, lasciando fin troppo spazio all’invece piuttosto ambizioso Ozai.
Questa scelta permetterà così al fratello di prendere il suo posto come Signore del Fuoco, e di continuare testardamente il progetto del nonno della conquista del mondo…
…portando Iroh così a cercare quantomeno di salvare dalla follia del padre il giovane Zuko, in cui rivede molto di sé stesso.
Guida
Iroh è molto più di un consigliere per Zuko.
Fin da prima dell’esilio infatti lo zio aveva cercato di essere una guida per il giovane principe, tentando ora di tenerlo lontano dalle ingiuste ire del padre, ora effettivamente di formarlo al dominio del fuoco.
I suoi tentativi sembrano in qualche modo spegnersi quando Zuko viene costretto all’esilio e comincia ad ossessionarsi con la caccia dell’Avatar, perdendo quel poco di innocenza che l’aveva portato ad essere diverso dal resto della sua famiglia.
Ma Iroh non si arrende.
Anche nei momenti più difficili, anche nei frangenti in cui il nipote sembra più ingestibile, lo zio si impegna per stargli accanto, sicuro di poterlo col tempo condurre ad un comportamento più mite, lontano dall’ardente e cieca intraprendenza di Ozai.
Ma raramente Iroh si scompone o sgrida apertamente il nipote: al più si dimostra irreprensibile nelle sue scelte, lasciando persino che Zuko si allontani in più occasioni dalla sua guida, sperando sempre che riesca, col tempo, ad intraprendere la via più giusta per lui.
Sorpresa
Iroh è una continua sorpresa.
Nonostante Zuko sia il primo a sottovalutarne il potenziale – ingannato dall’aspetto apparentemente pigro e bonario dello zio – in più momenti Iroh dimostra di che pasta è fatto: non solo un eccellente firebender, ma soprattutto un personaggio piuttosto astuto.
La sua vera natura è rivelata sia in Il ciclo degli Avatar (1×03) – quando punisce il Comandante Zaho che cercava di prendersela col nipote – sia in Lo spirito della foresta (1×07) – quando riesce ad ingannare i soldati del Regno della Terra che l’avevano catturato.
Ma la sorpresa più grande avviene durante la prigionia.
Se all’apparenza sembra essersi ridotto ad un comportamento umiliante e quasi animalesco, scopriamo in realtà come sia solo una facciata, che riesce perfettamente ad ingannare i suoi aguzzini, mentre può allenarsi in segreto e pianificare la sua fuga.
Infatti, è con grande stupore che Poon in L’eclissi (3×11) racconta come, quando il vecchio generale si è liberato dalla sua prigionia, sembrava di dover far fronte ad un’armata in una persona singola, tale era il suo livello di potere e di tenacia.
Arrivo
La saggezza di Iroh è tanto più evidente nel finale.
Anzitutto, quando sceglie di accogliere senza il minimo dubbio il nipote fra le sue braccia, finalmente felice di vedere come Zuko sia arrivato ad una consapevolezza personale tale da mettersi contro lo stesso Ozai.
E tanto più significativo è il suo punto di arrivo nella conclusione della serie: Iroh può finalmente abbandonare del tutto la scena politica, e dedicarsi a coltivare le sue passioni – il tè e la Pai Sho – all’interno di una vita più semplice e più serena.
Azula Avatar: La leggenda di Aang
Azula è la figlia perfetta della Nazione del Fuoco.
Benché appaia solamente a partire dalla seconda stagione, il suo personaggio è sostanzialmente il villain principale di Avatar: La leggenda di Aang, nonché quello con il maggior minutaggio – molto superiore a quello del vero antagonista, Ozai.
Punizione
Come per Zuko, le radici della personalità di Azula vanno ricercate nella sua infanzia.
Le maggiori interazioni della sua tenera età furono con la madre e il fratello, verso il quale sviluppò una gelosia quasi isterica, vista l’evidente preferenza della genitrice per il Zuko.
Ma Azula sembra proprio andarsi a cercare l’odio.
I continui dispetti diventarono infatti sempre più crudeli e imperdonabili: che fossero dovuti alla sua ricerca di attenzioni da parte della madre, o per una sorta di malvagità innata del personaggio, poco importa.
In ogni caso, Ursa pensava che la figlia fosse un mostro.
E, come viene rivelato in La spiaggia (3×05), questo giudizio così aspro e sofferto accompagnerà Azula per tutta la vita, con il picco drammatico nel suo schizofrenico finale.
Premio
Piuttosto, Azula è da sempre la prediletta del padre.
Come ben si racconta in L’invasione (3×10), fin da quando era piccola appariva evidente, almeno agli occhi di Ozai, che Azula fosse decisamente migliore rispetto al fratello, soprattutto come firebender.
Infatti, in un certo senso, Azula è malignamente contenta della scomparsa della madre, e segue sempre di più le orme di Ozai, finché lo stesso non si arrende definitivamente davanti al poco valore del primogenito.
Ed è solo naturale in questo senso che la principessa emerga definitivamente come la favorita, come il braccio destro del padre, da cui eredita la passione per i sotterfugi e la violenza cieca.
Inganno
La principale arma di Azula è infatti l’inganno.
L’inganno viene utilizzato sia proprio nella sua prima interazione con Zuko in Potenza e vulnerabilità (2×01) – quando tenta di imprigionarlo, incantandolo con false promesse…
…sia, in generale, nelle varie apparizioni nella seconda stagione, particolarmente nel già complesso panorama politico di Ba Sing Se, in cui Azula e le sue compagne si infiltrano travestite da guerriere Kyoshi in Il Re della Terra (2×18).
L’inganno è ancora più sottile e crudele nella terza stagione.
Volendo sempre avere un asso nella manica da poter utilizzare contro il fratello, Azula convince Ozai che Zuko abbia sconfitto l’Avatar, proprio nutrendo il sospetto che Aang non sia affatto morto come tutti credono.
Ulteriore dimostrazione di come il personaggio viva unicamente in funzione della scalata politica.
Fragilità
E, proprio per questo, Azula è un personaggio estremamente fragile.
Avendo quasi sempre vissuto nel panorama della corte e avendo avuto come unico modello il padre, la principessa ne è diventata una versione in miniatura, incapace del tutto di relazionarsi con i suoi coetanei, se non tramite la violenza.
Questo elemento emerge particolarmente sempre in La spiaggia (3×05), una parentesi narrativa incredibilmente rivelatoria per entrambi i fratelli, i quali si rivelano, una volta di più, come violenti, instabili, incapaci di adattarsi.
Se da parte sua Zuko non riesce a vivere in maniera sana la sua relazione con Mai, allo stesso modo Azula non solo si dimostra eccessivamente competitiva nella partita a pallavolo, ma anche incapace di relazionarsi normalmente durante la festa.
Instabile
La sua instabilità esplode definitivamente nel finale di serie.
Infatti, in Un mondo nuovo (3×21), nonostante abbia raggiunto tutto quello che aveva sempre desiderato – essere l’erede al trono al posto di Zuko – anzi, proprio per questo, Azula perde totalmente il controllo.
E non è un caso che il fantasma che la viene a perseguitare è proprio la madre, che corona la totale follia del personaggio, che l’aveva portata ad esiliare tutti i servitori per paura di essere tradita.
E questo è anche il motivo del suo fallimento.
Zuko sceglie di accettare il duello singolo contro la sorella proprio perché percepisce che ci sia qualcosa fuori posto…
E infatti Azula viene ingabbiata dal potere dell’acqua, mentre disperata e furiosa tenta inutilmente di divincolarsi, sputando fuoco e rabbia, e definendo così la sua definitiva sconfitta.
Avatar – La leggenda di Aang Toph
Come per Iroh, anche Toph è un personaggio basato sull’apparenza.
Infatti, chi direbbe mai che una ragazzina così piccola e indifesa è in realtà una delle più abili maestre dell’earthbending?
Controllo
Toph è nata in una situazione di controllo maniacale.
Sia per la sua discendenza nobiliare, sia soprattutto per la sua condizione di disabilità, che la rende apparentemente bisognosa di cure e di una sorveglianza costante, Toph ha vissuto in una situazione di sostanziale prigionia.
Inoltre, ogni tentativo di confrontarsi con la sua famiglia al riguardo, si conclude inevitabilmente con il fallimento: sia quando impara da sola a rendersi indipendente grazie all’earthbending, e viene per questo nuovamente limitata…
…sia quando, in Il Guru (2×19) viene catturata dai suoi genitori, che persino la imprigionano in una gabbia di ferro, sicuri che in questo modo non possa più fuggire, del tutto incapaci di accettare le incredibili potenzialità della loro unica figlia.
Reazione
Eppure, tutte queste occasioni di conflitto portano ad una scoperta.
Anzitutto per la sua disabilità visiva, per cui apparentemente non è capace di andare in giro da sola, ma che invece le fa scoprire le potenzialità dell’earthbending, riuscendo effettivamente a vedere quello che la circonda.
E così anche in occasione del rapimento dei genitori, quando Toph diventa la prima maestra di una tecnica che fino a quel momento era considerata impossibile: il dominio del metallo.
E, inevitabilmente, Toph diventa padrona dei luoghi più lontani dalla sua condizione di origine.
Non potendo praticare liberamente i propri poteri, Toph sceglie di partecipare a dei tornei dalla dubbia moralità, come si vede in La bandita cieca (2×06) – da cui il nome di battaglia dietro al quale si nasconde.
Così anche in La fuggitiva (3×07), quando, all’interno della moria economica del gruppo, decide di diventare protagonista di un abile sistema di truffe, basato sull’uso indebito dei suoi poteri.
Dura
L’inevitabile indurimento del personaggio le rende difficile la vita di gruppo.
In particolare in due occasioni: anzitutto in L’inseguimento (2×08) quando sceglie d’impulso di lasciare il gruppo perché incapace di integrarsi all’interno dello stesso – e a cui si ricongiunge solo grazie al fortunato incontro con Iroh.
Allo stesso modo, la sua durezza emerge subito dopo in Il dominio della terra (2×09) quando diventa maestra di Aang, che però dimostra diverse difficoltà nel riuscire a dominare un elemento così lontano da quello nativo.
Nonostante tutte queste difficoltà, Toph è un elemento essenziale del gruppo.
Col tempo, soprattutto nella terza stagione, il suo carattere si ammorbidisce e riesce a diventare un membro del Team Avatar davvero essenziale in più occasioni, proprio grazie ai i suoi straordinari poteri.
Al punto che, col tempo, diventa quasi un’alternativa al personaggio di Sokka per il versante comico, anche grazie alle innumerevoli volte in cui gli altri membri del gruppo si dimenticano che è cieca…