Gravity Falls (2012 – 2016) è una serie tv animata andata in onda prima su Disney Channel, poi su Disney XD, oggi disponibile in streaming su Disney+.
Se non sapete assolutamente niente su questo prodotto, continuate a leggere. Se invece siete già esperti, cliccate qui.
Gravity Falls guida alla visione
Gravity Falls è una di quelle serie che possono essere apprezzate sia da un pubblico più giovane, sia da uno spettatore più adulto.
Infatti, è un prodotto che si inserisce nel solco del passaggio generazionale fra infanzia e adolescenza, nel contesto di un’avventura horror-fantasy per ragazzi, pur con tematiche e con un taglio anche piuttosto serio e adulto.
Di cosa parla Gravity Falls?
Dipper e Mabel sono due ragazzini di appena dodici anni, che vengono mandati a passare l’estate dal loro prozio Stan, che gestisce una trappola per turisti, il Mystery Shack, nella piccola cittadina di Gravity Falls.
Quella che si prospettava una vacanza noiosa, si rianima alla scoperta di un misterioso bestiario, che racconta i segreti di questa città apparentemente innocua, in realtà il punto d’incontro di vari misteri e creature uscite da un libro delle favole – o degli orrori…
La struttura
Gravity Falls è strutturata in due stagioni, con una ventina di episodi ciascuna.
Generalmente, si tratta di piccole avventure autoconclusive, ma sempre collegate fra loro dal mistero della trama orizzontale, esplorata particolarmente a partire dalla fine della prima stagione e per la maggior parte della seconda.
Perché guardare Gravity Falls?
Gravity falls ha il merito di riuscire ad essere una serie piacevolissima per diversi pubblici, raccontando con sincerità e realismo le difficoltà dei preadolescenti, dal trovare il proprio posto nel mondo ai primi amori.
Forse anche grazie ad una scelta di porre un punto di inizio e di fine chiaro fin da subito, la serie riesce a non essere mai ripetitiva nelle sue dinamiche e storie, assicurando sempre novità e freschezza ad ogni puntata.
Insomma, da non perdere.
Dipper Gravity Falls
Dipper è sostanzialmente il protagonista della serie.
Nel suo personaggio si incrociano due intenti: essere il vettore, anche piuttosto entusiastico, del mistero della serie, e raccontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza nel modo più sincero e vicino allo spettatore.
Dipper vive infatti i più classici drammi di un preadolescente, nello specifico si sprecano le puntate in cui il personaggio vuole dimostrare una virilità che percepisce come necessaria.
Un tema molto importante e anche a tratti piuttosto drammatico, che la serie però riesce a raccontare con una certa delicatezza, in particolare nella piacevolissima puntata Dipper e la mascolinità (2×06).
Un amore possibile?
Con altrettanta delicatezza si affronta la questione dell’amore impossibile per Wendy, scegliendo intelligentemente di non trascinare fino ad un finale poco realistico e ingenuo, al contrario portando ad un confronto con la ragazza…
…che commenta la situazione nella maniera più semplice possibile: sono troppo vecchia per te.
Infatti, probabilmente Dipper si invaghisce di questa ragazza non tanto perché effettivamente interessato a lei, ma soprattutto perché la stessa rappresenta un punto di arrivo importante per sentirsi finalmente grande.
Il mistero della crescita
Così, anche il lato più strettamente legato alla scoperta del mistero è connesso al desiderio di Dipper di crescere.
Infatti, la dinamica intorno al misterioso bestiario è quella del più classico prodotto per ragazzi, in cui i giovani protagonisti si ritrovano a doversi scontrare con qualcosa di troppo grande per loro.
L’inizio della relazione con Ford è ancora più determinante: il ritrovato prozio offre a Dipper una corsia preferenziale per diventare grande prima del tempo, ma finendo involontariamente per volerlo rinchiudere nel suo stesso incubo adolescenziale che l’ha portato ad allontanarsi dal fratello.
Due velocità diverse
La scelta di Dipper è infatti un momento di passaggio non solo per la sua maturazione, ma soprattutto per la relazione con Mabel.
La sorella è infatti personaggio molto più legato alla realtà infantile e all’amore fraterno che li lega, tanto che più di una volta il protagonista deve fare delle scelte per favorire la sorella a suo discapito.
Proprio questi sacrifici ripetuti per Mabel gli vengono rivoltati contro, nello specifico da Bill, cercando più volte di farlo piombare in un bieco egoismo, per poi rinsavire nel finale, scegliendo la via più giusta.
Ovvero, continuare a crescere insieme alla sorella, pur a velocità diverse.
Mabel Gravity Falls
Mabel è a tratti un secondario, a tratti una protagonista.
Raccontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di una ragazzina non è cosa facile: si rischia sempre di ricadere in stereotipi piuttosto blandi e in narrazioni tutto tranne che veritiere.
Ma Gravity Falls riesce anche in questo.
In generale Mabel ha un atteggiamento piuttosto infantile, e il periodo a Gravity Falls è significativo per definire il momento passaggio che sta vivendo, ovvero dalla più fantasiosa e rassicurante infanzia, alle prime turbe adolescenziali.
Così riesce a trovare un piccolo gruppo di amiche, a capire quali ragazze le sono nemiche, proprio nelle classiche dinamiche adolescenziali ancora piuttosto tipiche del mondo femminile.
Allo stesso modo Mabel mostra i primi slanci verso l’esplorazione sentimentale, definita dai continui innamoramenti impossibili, con vicende sempre più strampalate, fra cui spicca il pilot – Trappola per turisti – e l’incontro con Mermando in Mermando il tritone (1×15).
L’ingenua infanzia
Al contempo la caratterizzazione di Mabel è del tutto votata al suo attaccamento alla sfera infantile, definito dal suo vestiario e dal suo comportamento, da cui emerge un elemento fondamentale: la totale ingenuità del suo personaggio.
Un aspetto che si nota particolarmente nel rapporto con Dipper.
Infatti, mentre il fratello è proiettato verso la costruzione di una nuova identità più adulta, Mabel ne è totalmente estranea, e non si rende conto di quanto spesso Dipper faccia dei sacrifici per lei – nello specifico nella puntata introduttiva di Waddles in Il maialino e l’uomo che viaggiava nel tempo (1×09).
Per questo per lei il finale è così devastante.
La fine del sogno
L’inizio dell’incubo di Bill comincia proprio per colpa di Mabel, facendo leva sulla sua disperazione per la fine di un’era – l’infanzia e nello specifico l’estate a Gravity Falls: non solo le nuove amiche partono, ma lo stesso Dipper minaccia di allontanarsi da lei.
Così quella ingenua ragazzina diventa prigioniera del suo stesso sogno, immersa in un mondo del tutto irreale, che però rappresenta l’avverarsi di tutti i suoi sogni infantili…
…e, soprattutto, del suo profondo desiderio di non abbandonare mai quel periodo così confortante e pieno di sogni.
Per questo l’intervento di Dipper nella puntata Fuga dalla realtà (2×19) diventa fondamentale: quando finalmente riesce a risvegliarsi da questo sogno, Mabel si rende conto della limitatezza delle sue vedute, ed è così pronta a cominciare un nuovo capitolo della sua vita.
Stan Pines Gravity Falls
Stan è un personaggio incredibilmente grigio.
Se inizialmente sembra semplicemente un vecchio brontolone e approfittatore – in particolare nel flashback in cui passa del quality time con i suoi nipoti a stampare delle banconote false in La leggenda del drago trita-ossa (1×02) …
…fin dalla prima puntata si capisce che nasconde qualcosa.
Le relazioni presenti…
La sua storia caratteriale ruota sostanzialmente intorno alla sfera relazionale: anzitutto il rapporto con i suoi nipoti, specificatamente con Dipper, che in più momenti si sente ingiustamente maltrattato dal prozio.
In realtà, proprio nella puntata passata nella sua mente – Il catturasogni (1×19) – si scopre anche il profondo affetto che lega Stan ai suoi nipoti, e di come il suo atteggiamento nei confronti di Dipper sia finalizzato semplicemente alla sua maturazione.
Discorso diverso per il suo rapporto con Ford.
…e passate
Il giovane Stan si sentiva perfettamente in simbiosi con il fratello, proprio perché entrambi erano inquadrati come strambi – e per questo bullizzati – senza mai veramente abbandonare quel sogno infantile di un’avventura insieme.
In questo senso Stan è una figura incredibilmente incompresa.
Infatti, per quanto sembri il classico topos del fratello spaccone che farebbe di tutto per realizzare i suoi sogni – persino infrangere quelli del fratello – in realtà Stan è accusato ingiustamente di malizia per quello che non era altro che un incidente.
Per questo le sue avventure finanziarie successive raccontano diversi tentativi di fargliela vedere alla sua famiglia e soprattutto a Ford, per quanto si tratti in tutti i casi di tentativi sostanzialmente fallimentari.
Ma la sua vita lo porta inevitabilmente di nuovo dal fratello, inizialmente sicuro della possibilità di riallacciare i rapporti, ma in realtà scoprendo amaramente che fino a quel momento Ford aveva solamente pensato a sé stesso.
Un’antica ruggine
Questo porta al secondo incidente.
Tuttavia, in questo caso Stan sceglie di impegnarsi per risolvere il problema e, di fatto, per salvare la vita al fratello, nonostante fino all’ultimo dimostri di nutrire un imperituro astio nei suoi confronti.
Una ruggine che si trascina sostanzialmente fino agli ultimi momenti della serie, in cui Stan mostra il suo malcelato fastidio nei confronti della eroizzazione senza motivo del fratello, nonostante questo sia di fatto l’artefice del Oscurmageddon.
La vera rivincita di Stan avviene effettivamente sul finale, in cui si convince finalmente a far squadra con Ford per sconfiggere Bill, nonostante questo di fatto significhi perdere tutti i ricordi che riguardano sia la sua felice infanzia sia il recente rapporto con Mabel e Dipper.
Anche se potrebbe apparire un po’ forzato e fin troppo favolistico, ho adorato il ritorno della memoria di Stan, perché dimostra proprio l’importanza che queste memorie e questi affetti hanno effettivamente nella sua vita, permettendogli infine di trovare una nuova dimensione nella vita del fratello.
Ford Pines è una presenza costante fin dall’inizio della serie, anche se fuori scena.
L’identità del misterioso Autore è infatti il fil rouge per la maggior parte degli episodi, puntellando le varie storie di incontri con il paranormale, proprio grazie ai suoi manuali che raccontano le stranezze di Gravity Falls, e che diventano un’effettiva ossessione per Dipper.
In questo senso, l’idea di centellinare la rivelazione della sua identità funziona piuttosto bene, nello specifico nelle due false rivelazioni: la storia del vecchio McGucket, anche piuttosto tragica, nel suo distruggersi la mente per dimenticare gli orrori a chi ha dovuto assistere in La Società dell’Occhio di Tenebra (2×07) …
…e nell’altrettanto inquietante rivelazione del falso autore in Nel bunker (2×02).
Una storia di distruzione
La storia di Ford è una spirale autodistruttiva: dopo aver condiviso un’infanzia sostanzialmente felice insieme al fratello, con lo sguardo puntato verso il punto di arrivo del loro rapporto – il viaggio sullo StanVeliero…
…il sogno si infrange con una nuova prospettiva di carriera per Ford, che viene involontariamente rovinata dal fratello.
Da questo punto in poi il rapporto fra i due è apparentemente irrimediabilmente rovinato, al punto che Ford si rifugia in un’università di terza categoria, in cui però riesce a ricostruire la sua rivincita.
La sua discesa nell’inferno e nelle grinfie di Bill è l’occasione per raccontare il più classico degli insegnamenti per un prodotto per bambini.
Isolarsi, scegliere di fare le cose unicamente da soli, senza avere nessuno con cui veramente confrontarsi – Ford nasconde diverse cose al suo assistente – porta inevitabilmente ad un fallimento.
Tra l’altro, quel trentennio di solitudine porta solo ad un maggiore incattivimento, tanto che al suo ritorno Ford continua le sue ricerche isolandosi da tutti – in questo caso anche per esplicita richiesta di Stan – pur cominciando a intrecciare un rapporto con Dipper.
La storia si ripete
In questo senso è stato molto intelligente regalare al personaggio un buon numero di puntate per esplorare meglio il suo io presente, riuscendo così ad integrarlo all’interno delle piccole avventure autoconclusive che rappresentano la maggior parte della serie.
La mia preferita è La sfida finale (2×13), in cui si racconta proprio la scintilla dell’inizio del rapporto con il nipote, in cui Ford rivede molto di sé stesso.
Tuttavia, l’intensificarsi del loro rapporto porta ad un inevitabile parallelismo fra la rottura fra Ford e Stan e il dramma che nasce sul finale fra Dipper e Mabel: ancora una volta, si rischiava di dividere due fratelli che fino al giorno prima erano inseparabili.
Il riallacciarsi del rapporto con il fratello arriva piuttosto tardi, ma appena in tempo per salvare il mondo dall’orrore di Bill: il sacrificio di Stan è l’ennesima prova di quanto il fratello tenga alla sua famiglia e non sia solo uno spaccone come per tanto tempo Ford aveva pensato.
Così l’inizio, pur a tanti anni di distanza, dell’avventura dei due fratelli rappresenta proprio il punto di arrivo e di incontro fra due tendenze e caratteri molto diversi, ma che possono comunque portare a qualcosa di fantastico.
Bill Gravity Falls
Bill era la sfida più importante di Gravity Falls.
Il suo personaggio è infatti un antagonista veramente inquietante, facilmente assimilabile alla figura del diavolo furbo, non facile da inserire all’interno di un prodotto indirizzato principalmente ad un pubblico così giovane.
Non a caso, riguardo al suo personaggio sono presenti dei frangenti non poco inquietanti, nello specifico quando il villain prende possesso del corpo di Dipper in La calzino-novela (2×04) e, soprattutto, nel racconto di Ford in Mabel e gli unicorni (2×15).
Per questo la gestione del personaggio è così intelligente.
Bill Gravity Falls
Nei riguardi di Bill, Gravity Falls lavora di sottrazione.
Anzitutto, tramite il character design: per quanto la sua figura sia indubbiamente inquietante e richiami un simbolismo tipico dei miti dell’Occulto, Bill apparentemente è un personaggio innocuo, quasi giocoso.
L’inquietudine nasce infatti in primo luogo dal contrasto fra il suo aspetto e le sue azioni profondamente malvage, ma anche per via del suo vero aspetto mai mostrato, rivelato per caso solo al vecchio McGucket, che per questo impazzisce.
Allo stesso modo, un grande lavoro di equilibrio si trova nella trilogia Oscurmageddon.
Nonostante quella che si veda in scena è la vittoria del caos, dell’oscurità e dell’orrore più incomprensibile, Gravity Falls sceglie intelligentemente di circondare questo terrificante villain di figure molto più digeribili.
Così i vari aiutanti di Bill presentano dei design piuttosto variegati, e anzi piuttosto adatti ad un contesto comico e infantile: sembrano più dei mostriciattoli nati dalla mente di un bambino.
Insomma, la gestione di questo personaggio e del finale era una delle sfide più importanti della serie, che è riuscita però a mantenere un tono trasversale ed adatto sia al target di riferimento, sia al pubblico più adulto.
Gideon Gravity Falls
Oltre al male supremo rappresentato da Bill, Gravity Falls gode anche di due villain secondari – che percorrono fondamentalmente lo stesso percorso.
Gideon
Al pari di Bill, a suo modo anche Gideon è una presenza ingannevole.
Il suo personaggio racconta una sorta di bambino prodigio, o, meglio, di macchina fabbrica soldi sfruttata da dei genitori avidi – situazione abbastanza tipica nel contesto statunitense.
Tuttavia, nel complesso Gideon – a differenza di Pacifica – non sembra realmente un prodotto della cattiveria dei suoi genitori e non trova quindi la sua redenzione distaccandosi da loro: di fatto, è un villain piuttosto autonomo.
Gideon è a tutti gli effetti un antagonista piuttosto classico: pieno di sé stesso ed interessato solamente al guadagno ed al potere – in un certo senso, una versione depotenziata di Cartman in South Park.
Appare per la prima volta in Il magico Gideon, sembrano inizialmente una presenza innocua, un personaggio un po’ strambo, un prodotto televisivo, che però si invaghisce di Mabel.
Ed è infatti il rifiuto della ragazzina che lo rende un villain a tutti gli effetti.
Infatti, dopo questo affronto, Gideon comincia ad architettare una vendetta contro tutta la famiglia Pines – cercando appunto di sottrargli il Mystery Shack – con anche piccole avventure come villain principale nella prima stagione.
Gideon è invece assente per la maggior parte del secondo ciclo di episodi, ripescato solo nel finale come alleato di Bill, con cui aveva già avuto contatti in precedenza, prendendo però una strada che mi ha complessivamente poco convinto.
Non assistiamo infatti ad un arco evolutivo vero e proprio, ma più che altro ad un’esasperazione della situazione – Gideon diventa il giullare di Bill – che lo porta a voler abbandonare i suoi piani malvagi e voler essere solo un bambino normale.
Insomma, un villain interessante, con un percorso di redenzione però troppo debole.
Pacifica
Discorso diverso per Pacifica.
Il suo personaggio per buona parte della prima stagione è il classico antagonista femminile di prodotti per adolescenti: una ragazza molto popolare e vanesia, convinta di poter comprare ogni cosa con i soldi e la popolarità.
Lo scontro con il suo personaggio è in realtà retroattivamente positivo: Mabel riesce a trovare delle amiche più adatte alla sua personalità e che fanno parte del gruppo degli strambi, cominciando così a definire la sua identità.
Il momento di massima malvagità del suo personaggio è quando rischia di diventare proprietaria di Waddles in Il maialino e l’uomo che viaggiava nel tempo (1×09)
Tuttavia, le prime crepe del suo personaggio si vedono già in L’irrazionalità è un tesoro (1×08) – quando si scopre che le origini della sua famiglia sono basate su un inganno – e soprattutto in Vittoria ad ogni costo (2×03).
Questa puntata è la prima occasione in cui Mabel comincia finalmente a risanare il rapporto con la sua nemica, quando si rende conto di essersi comportata proprio come lei – in maniera disonesta e cattiva – e per questo accettando per la prima volta di considerarla quasi come amica.
Ma l’effettiva drammaticità del suo personaggio è svelata in Il mistero di Villa Northwest (2×10)
La puntata racconta ancora una volta quanto la ricchezza della famiglia di Pacifica sia basata sull’inganno e sull’egoismo dei suoi antenati, portando per la prima volta la ragazzina a rendersi veramente indipendente dai suoi genitori, che la comandavano a bacchetta.
Da questo momento in poi il suo personaggio diventa un alleato dei protagonisti – soprattutto nel finale, quando fa parte del cerchio per sconfiggere Bill – opponendosi alle scelte folli dei suoi genitori, ed infine partecipando alla festa d’addio dei gemelli.
In questo caso, un percorso di crescita veramente interessante e ben pensato.